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Writer Officina Blog
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Manuale di pubblicazione Amazon KDP. Sempre più autori
emergenti decidono di pubblicarse il proprio libro in Self su Amazon KDP,
ma spesso vengono intimoriti dalle possibili complicazioni tecniche. Questo
articolo offre una spiegazione semplice e dettagliata delle procedure da
seguire e permette il download di alcun file di esempio, sia per il testo
già formattato che per la copertina. |

Self Publishing. In passato è stato il sogno nascosto
di ogni autore che, allo stesso tempo, lo considerava un ripiego. Se da
un lato poteva essere finalmente la soluzione ai propri sogni artistici,
dall'altro aveva il retrogusto di un accomodamento fatto in casa, un piacere
derivante da una sorta di onanismo disperato, atto a certificare la proprie
capacità senza la necessità di un partner, identificato nella
figura di un Editore. |

Scrittori si nasce. Siamo operai della parola, oratori,
arringatori di folle, tribuni dalla parlantina sciolta, con impresso nel
DNA il dono della chiacchiera e la capacità di assumere le vesti
di ignoti raccontastorie, sbucati misteriosamente dalla foresta. Siamo figli
della dialettica, fratelli dell'ignoto, noi siamo gli agricoltori delle
favole antiche e seminiamo di sogni l'altopiano della fantasia. |
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Parafrasi del Tempo
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“Ci sono voluti secoli per costruirlo. Bastano pochi secondi per radere al suolo ogni cosa” pensò. Un boato assordante spezzò l'aria. Anche se Smeralda era a distanza, l'eco dell'onda d'urto si propagò come un fendente che lacerò le fondamenta. Il popolo di tutti gli dèi tremò al presagio. Dalla Piramide dei Sogni esplodevano i segni della disfatta. Eruttava come un vulcano che tutti credevano morto. Qualcuno era entrato. Aveva eluso la sorveglianza. La tradizione era stata ferita a morte. Tradita. La struttura si contorceva, piegata su se stessa. Il ragazzo volse lo sguardo sugli effetti della magia bianca in suo sostegno dopo la sua nuova reincarnazione. “Questo vincolo non è poi così male” mormorò tra sé e sé, come gli era capitato altre volte. Non c'era più tempo. Doveva svanire nel nulla, prima che la cavalleria in arrivo potesse correre ai ripari. Non dovevano riconoscerlo.
«È arrivata» annunciò il Decano. Per i Neive era giunto finalmente il momento di essere riconosciuti come popolo di Kija. Per l'occasione il clan si sarebbe riunito in un'altra stanza nei suoi componenti più illustri, mentre Roman avrebbe preso il posto che gli spettava al Gran Consiglio. Suo padre Stuart, in qualità di sottoposto, poteva essere in grado di fargli da guida senza dare nell'occhio. Forse poteva essere un'occasione per il giovane rampollo dei Neive per darsi una regolata. La signora della tecnocrazia fu accolta con ogni riguardo e come una vecchia amica. I Neive avrebbero gradito di più avere a che fare con il segretario della sacerdotessa del culto di Iside, ma la tecnocrazia si era rivelata più raggiungibile per questioni commerciali. L'occasione poteva essere utile per capire come impostare le future collaborazioni dopo che il Consiglio fosse riuscito a risolvere le questioni alle quali era chiamato. Julia adorava le tavolate e gli amici, ma era ben consapevole di essere lì per lavoro e chi stava difendendo. Non avrebbe certo parlato di politica o di affari. Era lì da mezz'ora, riverita come una principessa, quando dal suo dispositivo suonò una sveglia. Doveva già essere tornata al palazzo del tecnocrate per allora, ma senz'altro Yuki avrebbe aspettato ancora un po'. Chiese con chi doveva parlare per andarsene e il Decano la accompagnò da Roman, non prima di una piccola ramanzina al nipote per dirgli di stare composto e di togliersi quel gesto di scherno dalla faccia. Stuart si avvicinò per primo alla signora del tecnocrate, salutandola tra colleghi. Julia lo salutò a malapena e si sedette sul divano in velluto che era stato predisposto per lei. Si accorse da subito dei materiali ricercati e di lusso con cui era stato realizzato. Sorrise.
«È molto bello questo divano, dove lo avete preso?» chiese. «Come sai, noi Neive siamo commercianti. Se ci serve qualcosa, siamo in grado di ritrovarla in ogni dove». «Sì, Yuki mi ha accennato qualcosa. Siete stati bravi con quegli ingranaggi di ricambio. Yuki è rimasto molto contento». «Quindi sei tu che farai parte del Consiglio dei Campioni?» chiese Julia, fissandolo. «No, sono io» tuonò Roman. «Vabbè dai, come si dice, un Neive vale l'altro». «Amun-Ra che porti la luce, aiutami» sussurrò Roman. Il padre lo guardò di sottecchi. «Non ho capito» rispose la ragazza. «Nulla di importante, comunque sarò io il Campione di Olimpia». «Ah quindi è con te che dovevo parlare dall'inizio, perché mi avete fatto perdere tempo allora?» sbottò. «Perché all'Olimpo l'ospite è sacro e non ci si inimica gli déi maltrattando un viaggiatore» rispose Roman. «Ah, cose vostre allora. Va bene, avviserò Yuki che la prossima volta che serve un appuntamento deve darmi più tempo. Senti e che intenzioni hai?». «Quelle che avete voi» rispose Roman. Dalla stanza accanto scrosciarono gli applausi. «Ma ci stanno sentendo?». «No, stanno dando una festa» rispose Stuart. «Ah e che si festeggia?». «L'entrata di Roman come Campione e il tuo arrivo» sorrise Stuart. «Ah va bene. Il divano me lo posso portare?». «Se lo vuoi sì» annuì Roman. «Sì me lo porto. Allora ha detto Yuki che vi vuole aiutare, perché si dicono molte cose belle sui Neive». «Sarebbe bello sapere “quali” cose» commentò Roman. «No, te l'ho detto prima. Dice che siete molto bravi a trovare le cose». «Sì, ma cosa intende fare per le questioni per cui siamo chiamati? Senza tecnologia non ce la faremo» esplose Roman. «Ah e che ne so. Yuki deciderà sul momento di volta in volta in base a quello che si dice, ma in linea di massima non penso che aiuterà i Mitra, perché non lo hanno ammesso nei Mitra III». «Ah non siamo stati ammessi nemmeno noi. Ordini dall'alto» spiegò Roman. «Possiamo riprovare, però. Sembra che il Campione dei Mitra I conoscesse il nuovo Dio» rifletté Julia. «O almeno voi, Yuki no di sicuro». «Potrebbe intervenire Lui stesso, ma sarebbe troppo pericoloso farlo venire. È troppo prezioso per il Culto». «Beh, le riunioni sono a casa sua alla fine no? Non andremo tutti al tempio?». «Sì, certo, ma è una struttura molto grande, che si presta bene alle imboscate. Potrebbero trasferire il Dio e/o presentare un altro Campione al suo posto. Giocano in casa». «Va bene, ma voi avete la parlantina buona, sicuramente con il Campione dei Mitra I potete fare qualcosa». «Te lo ripeto, il problema è capire la sua identità». «Non si presenteranno alle riunioni? Non ho capito». «In realtà ognuno nasconderà il suo status il più possibile, o almeno chi può farlo. Io e la sacerdotessa sicuramente non potremo. Se fossi nel tuo signore, non lo farei sapere di essere il tecnocrate». «E perché si deve nascondere? Non ha fatto niente di male!» sbottò la ragazza. «Perché questo potrebbe proteggerlo dalle mire di Mitra, che vuole la sua testa». «Yuki si protegge anche da solo. Io vado, vi saluto!» si congedò Julia. Il suo Yuki che dovrebbe temere qualcuno, era una follia per lei. Quando la ragazza se ne andò, i Neive entrarono nella stanza e Stuart esplose: «Quante volte ti ho detto che non devi nominare gli altri dèi davanti agli estranei? Vuoi farci affossare?!». Il Decano lo calmò. «Così il tecnocrate ritiene di non aver bisogno di difendersi e ha un conto in sospeso dal Culto. Tieni a mente queste informazioni quando sarai alla riunione». «Certo nonno». «Mi raccomando, segui i consigli di tuo padre. Sta venendo con te di proposito, si sta mettendo in pericolo». «Lo so, nonno». «Chiedi scusa alla sacerdotessa per il bello scherzo che le hai fatto e offriti di pagare i danni. Guarda che ti tengo d'occhio, lo vengo a sapere se non lo fai come si deve». «Io ho un vecchio screzio con la sacerdotessa». «Lo so, figliolo, ma prima avresti dovuto accertarti che è LA STESSA sacerdotessa. E se così fosse, sarebbe moooolto strano». «Ne ho la certezza nonno. È lei». «E allora devi essere più accorto che mai». «Lo sarò». «Il Mitra di Erganta mi ha convocato. Vado a vedere cosa vuole» informò Stuart. «Ti serve compagnia?» chiese il Decano «Ho già perso tanti amici, non voglio perdere anche un figlio». «Non serve, papà» poi soggiunge sussurrando «Tieni d'occhio Roman. Temo che la sua schizofrenia stia peggiorando e non vederlo in giro mi preoccupa». Il Decano annuì. Ai confini di Smeralda, un allarme improvviso aveva squarciato il silenzio, facendo raggelare il sangue do Nemesi. Qualcuno si era avvicinato troppo alla piramide del Cielo Stellato, la sua casa. Nemesi aveva sempre protetto quel luogo mistico, ma c'era sempre qualcuno pronto a strattonarle il cuore fino a renderlo un mucchio di rottami. Così si era organizzata per adeguare la struttura con sistemi di sicurezza mistici e tecnologici in grado di fronteggiare eventuali emergenze. Chissà se Massimo era riuscito a parlare anche di questo al Tecnocrate... Sperò che la sua missione fosse andata a buon fine. Il Culto era rimasto stantio sulle sue posizioni, arroccato alle sue convinzioni: la sua richiesta di ammissione al tempio doveva essere almeno rifiutata, ma Nemesi sapeva bene come si comportano certe persone quando hanno un po' di potere senza merito. |
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