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Writer Officina Blog
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Manuale di pubblicazione Amazon KDP. Sempre più autori
emergenti decidono di pubblicarse il proprio libro in Self su Amazon KDP,
ma spesso vengono intimoriti dalle possibili complicazioni tecniche. Questo
articolo offre una spiegazione semplice e dettagliata delle procedure da
seguire e permette il download di alcun file di esempio, sia per il testo
già formattato che per la copertina. |

Self Publishing. In passato è stato il sogno nascosto
di ogni autore che, allo stesso tempo, lo considerava un ripiego. Se da
un lato poteva essere finalmente la soluzione ai propri sogni artistici,
dall'altro aveva il retrogusto di un accomodamento fatto in casa, un piacere
derivante da una sorta di onanismo disperato, atto a certificare la proprie
capacità senza la necessità di un partner, identificato nella
figura di un Editore. |

Scrittori si nasce. Siamo operai della parola, oratori,
arringatori di folle, tribuni dalla parlantina sciolta, con impresso nel
DNA il dono della chiacchiera e la capacità di assumere le vesti
di ignoti raccontastorie, sbucati misteriosamente dalla foresta. Siamo figli
della dialettica, fratelli dell'ignoto, noi siamo gli agricoltori delle
favole antiche e seminiamo di sogni l'altopiano della fantasia. |
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Il Mio Universo
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L'aula studio, situata al piano terra in fondo al corridoio, non era altro che una piccola stanza dove occasionalmente i ragazzi si riunivano, specialmente durante le ore extrascolastiche, per studiare o svolgere i compiti insieme, consultare i libri della piccola biblioteca e altro. Questa iniziativa scolastica voleva favorire lo studio di gruppo e spingere gli studenti a collaborare, specialmente coloro che avevano bisogno di aiuto. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, finiva per diventare più una sala d'attesa che altro. La professoressa aprì la porta della piccola aula e invitò Flavio ad entrare: «Ecco, scegli un posto a tuo piacimento; come puoi vedere, a quest'ora ce ne sono molti liberi. Tra poco sarai di nuovo circondato dai tuoi amici e rivedrai i tuoi insegnanti. A proposito, la tua classe è al piano superiore, quindi quando sentirai suonare la campanella dovrai soltanto salire di sopra.». «Grazie, professoressa», rispose Flavio con educazione. Dal fondo, dove si trovava la porta di ingresso, Flavio esplorò l'aula con attenzione, notando due studenti seduti ai banchi, intenti nella loro lettura. Uno di loro si voltò a guardarlo non appena la porta si aprì. Non era un suo amico, ma l'aveva già incrociato in giro per la scuola. Vicino alla parete invece era seduta una ragazza. Non riusciva a distinguerla chiaramente poiché gli dava le spalle, con la testa lievemente inclinata, concentrata su un libro o un quaderno, e non si era voltata. Era certo di non averla mai vista prima; doveva essere una nuova studentessa. Da dietro, Flavio ipotizzò, o forse sperava, che fosse carina. Avrebbe voluto vederla bene in viso ma era praticamente impossibile, dato che era rivolto nella direzione opposta. Poteva scorgere solo i suoi capelli color biondo miele, morbidi e leggermente ondulati che scivolavano sopra le spalle sfiorandole appena, una maglietta a mezze maniche scura un po' aderente, e jeans chiari. Nonostante l'abbigliamento semplice, pensò che quei vestiti le conferissero un aspetto gradevole. Flavio fu pervaso da un'indecisione crescente. Si sentiva paralizzato, avvertendo le pulsazioni del cuore accelerare e le pupille dilatarsi, malgrado la stanza fosse già ben illuminata dal sole. Si chiese come mai quella ragazza lo avesse colpito così profondamente, sebbene l'avesse osservata solo di spalle e per pochi secondi. La sua curiosità sembrava esagerata, al di là del normale, irrazionale. Cosa c'era in lei che l'aveva attratto così tanto? Non sapeva rispondere a quella domanda al momento, ma poteva rappresentare un nuovo inizio, una speranza per voltare pagina dopo la delusione con Flavia. Fu colto da un incontrollabile desiderio di avvicinarsi ma non sapeva come agire. Il banco accanto a lei, nella fila centrale dell'aula, era libero. Se avesse preso quel posto, avrebbe potuto guardarla attentamente e, magari, anche avviare una conversazione, ma qualcosa lo bloccava. Non si sentiva sicuro e si ritrovò impreparato per quella circostanza imprevista. Era come se due voci nella sua testa stessero combattendo: una lo spingeva verso l'azione, mentre l'altra lo tratteneva. Quel conflitto interno gli causò nuovamente quella sensazione di morsa allo stomaco che aveva provato in auto mentre si recava a scuola. Doveva prendere una decisione al più presto. La professoressa a fianco lo fissava con aria perplessa, chiedendosi perché non si fosse ancora mosso per prendere posto. Un lampo gli attraversò la mente: il discorso di Paolo a casa sua pochi giorni fa; gli aveva detto, con aria convinta, di essere meno esitante in certe situazioni, più determinato. Quelle parole lo risvegliarono dallo stato di incantamento che lo aveva paralizzato. Sospinto dall'affermazione decisa dell'amico nella sua testa, si diresse verso il banco che aveva individuato fin dal primo istante in cui aveva notato la nuova ragazza. Si mosse con cautela e attenzione, cercando di non fare rumore per non disturbare. Tirò indietro la sedia posizionata al di sotto e vi si sedette con discrezione. Appoggiò i gomiti e lentamente girò la testa in direzione della nuova arrivata. Adesso poteva vederla in volto con maggiore chiarezza. Era in effetti una nuova studentessa della scuola, e non poté fare a meno di ammirare la sua bellezza. La sua pelle era candida e liscia, con gli zigomi lievemente più prominenti del comune. Il suo naso aveva una forma raffinata, con una sottile e dolce curva alla base e la punta appena rivolta all'insù. Le sue labbra erano morbide e vellutate. Indossava piccoli orecchini di perla, probabilmente non autentici, ma che aggiungevano un tocco di stile. Inoltre, un leggero trucco risaltava le sue guance e le ciglia, conferendole ulteriore grazia. Tutto il viso sembrava rotondeggiante, delicato e privo di spigoli, che ispirava tenerezza e innocenza. Quello che colpì particolarmente Flavio furono i suoi occhi, grandi e luminosi, il cui taglio tendeva verso l'alto. Era rimasto impressionato non solo dalla forma, ma soprattutto dal colore profondo e intenso dell'iride, così azzurra e vibrante, che mai aveva visto prima. Ammirò il suo profilo superiore, finemente modellato, con una linea accattivante che esaltava la curva delle spalle e del seno. Le sue mani, posate sul banco e sul quaderno mentre leggeva, erano piccole e morbide, le unghie ben curate e le braccia affusolate. La sua posizione seduta impedì a Flavio di scrutare accuratamente la forma delle gambe e dei fianchi; nonostante ciò, ebbe l'impressione che anche queste parti del suo corpo fossero sinuose, in armonia con il resto del suo aspetto. La sua altezza poteva essere nella media: un metro e sessantacinque, forse sessantasette Avrebbe desiderato vederla frontalmente a questo punto. La scrutò attentamente per alcuni istanti, sperando in un contatto visivo che, tuttavia, non si verificò. La nuova arrivata era completamente assorta nella sua lettura, ignorando la presenza di Flavio, il quale non si scoraggiò e mantenne un atteggiamento positivo. Aveva superato la prima difficoltà, avvicinandosi con relativa calma. Sebbene l'agitazione nello stomaco fosse sempre persistente, il coraggio dimostrato nel prendere posto accanto a lei aveva incrementato la sua fiducia e aveva dissipato in parte quel disagio iniziale. Controllò l'orologio e constatò che non mancava molto prima che la campanella suonasse per annunciare il cambio dell'ora. Mentre contemplava con uno sguardo vuoto lo spazio davanti a sé, non riusciva a smettere di pensare a lei. Si rammaricò per non aver ancora trovato modo di catturare il suo interesse. In fin dei conti, come avrebbe potuto essere propositivo e farsi avanti se non aveva mai distolto gli occhi dalla sua lettura? Poco dopo, con grazia e lentamente, la ragazza si inclinò all'indietro, arcuando la schiena con leggerezza come se volesse liberare la tensione accumulata fino a quel momento. Era proprio l'occasione che Flavio stava aspettando. Immediatamente si voltò verso di lei, intravedendo istintivamente un'apertura per un contatto, oltre che per soddisfare la curiosità che lo attanagliava. Finalmente, la nuova arrivata girò la testa in direzione sua, e il suo sorriso, semplice e cordiale, le illuminò gli occhi e le guance, trasmettendo un calore autentico e sincero. Era bellissima! Flavio rimase affascinato da quell'espressione radiosa, colpito quando per la prima volta la guardò direttamente negli occhi. Ricambiò il sorriso cercando di esprimere la stessa grazia e spontaneità. Non sapeva se fosse riuscito nell'impresa, ma finalmente aveva stabilito una connessione, aveva superato quell'ostacolo. Continuava a osservarla con discrezione, concentrato su come fare progressi. Rielaborava soluzioni in cui avrebbe potuto rivolgerle la parola, ma nulla lo convinceva, nessuna strategia sembrava promettente. L'idea di alzarsi e avvicinarsi direttamente al suo banco gli passò per la testa, ma riteneva che fosse troppo aggressiva e rischiosa. Inoltre, cosa avrebbe potuto dirle di così interessante da giustificare una mossa tanto audace? Sapeva di dover trovare una maniera per farsi avanti evitando di apparire invadente o banale. L'agitazione nello stomaco stava nuovamente crescendo, a tal punto che ebbe un sussulto quando la campanella risuonò per tutto l'edificio. Era giunta l'ora di separarsi da lei e andare verso la sua classe. Un nodo gli strinse la gola; Flavio non voleva perderla di vista, ma in quell'attimo fu colpito da un'intuizione geniale. Aveva pensato a una tattica che avrebbe potuto funzionare. Decise di alzarsi dal banco proprio quando lei avrebbe fatto lo stesso, per poter camminare fianco a fianco mentre uscivano dall'aula, sperando di avere l'irripetibile opportunità di parlarle. Fingendo di sistemare i suoi libri nello zaino, Flavio manteneva la coda dell'occhio rivolta verso la nuova compagna, che con calma riponeva i suoi oggetti nella borsa. Si sentiva nervoso, ma l'adrenalina generata in quel breve lasso di tempo lo aiutava a rimanere concentrato. Finalmente, lei si alzò dalla sedia e, nello stesso istante, Flavio fece lo stesso; come previsto, si ritrovarono vicini, quasi spalla a spalla. Aveva ben organizzato la prima parte del piano, ma ora doveva affrontare quella più complicata: rompere il silenzio. Percorsero quel breve tratto verso l'uscita ma, nonostante i suoi sforzi, non fu capace di proferire parola. Si sentiva bloccato, iniziava persino a percepire un lieve tremore che avrebbe potuto tradire la sua incertezza, nel caso avesse deciso di agire. Quando aprì la porta, si spostò cortesemente da parte, permettendole di passare per prima. Fu proprio allora che si trovò di fronte a un bivio: era l'ultima possibilità per parlarle. Mentre la ragazza stava per varcare la soglia, Flavio emise un sospiro per sfogare la tensione accumulata e si rivolse a lei: «Ciao, sei nuova in questa scuola?».
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