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Writer Officina
Autore: Francesco Caldieri
Titolo: Animaland
Genere Fantasy Bambini
Lettori 305 1
Animaland
Piccole storie per piccoli cuori.

Il segreto del miele di Animaland.

Animaland, la città vivace e colorata incastonata tra verdi colline e un fiume serpeggiante, risuonava sempre di nuove storie, di avventure quotidiane e, spesso, di un delizioso profumo di miele. Ma in quel periodo, una storia in particolare stava iniziando a ronzare come un'ape inquieta nel cuore di ogni abitante: quella che riguardava il miele dell'Alveare Cittadino. Questo miele, non era un prodotto qualsiasi. Era il vanto di Animaland, frutto del lavoro instancabile delle api più industriose e sagge, guidate dalla loro venerabile e laboriosa ape regina. Era rinomato in tutta la regione per il suo sapore inconfondibile, una sinfonia di note floreali che evocavano i prati in fiore della primavera, e per la sua consistenza dorata e vellutata, un vero e proprio abbraccio per il palato.
Era l'ingrediente segreto, l'anima dolce di innumerevoli prelibatezze. Al Barrillo di Lillo e Sophie, i loro celebri "Muffin al Miele d'Oro" e le "Crostatine della Felicità" dovevano il loro successo proprio a quel nettare divino. Anche Jack, il Track istruttore della Pista Velocità Animale, lo usava con parsimonia ma con grande convinzione, promuovendolo tra i suoi giovani e agguerriti piloti come un energizzante naturale, un tocco di vitalità pura prima di affrontare le curve mozzafiato della pista. Il miele non era solo un alimento; era un simbolo di Animaland, di prosperità, di lavoro di squadra e di dolcezza condivisa.
Tra i cuccioli di Animaland, la cui allegria riempiva le strade di risate e corse sfrenate, c'era un orsetto di nome Bruno. Paffuto, dal pelo morbido color cioccolato e con un naso sempre umido e curioso, Bruno aveva un debole smisurato, quasi una dipendenza affettuosa, per il miele. Era un estimatore, forse il più grande e devoto, del miele dell'Alveare Cittadino. La sua giornata non iniziava davvero senza una generosa cucchiaiata di miele nel porridge della colazione, proseguiva con una merenda a base di pane e miele, e spesso, prima di addormentarsi nella sua accogliente tana, si concedeva un piccolo cucchiaino per fare dolci sogni. La sua golosità era così intensa che a volte, spinto da un desiderio irrefrenabile, provava a intrufolarsi nell'Alveare Cittadino per prenderne un po' di nascosto. Ma le api, sebbene famose per la loro laboriosità e gentilezza, erano anche sentinelle attente del loro prezioso tesoro, e i tentativi di Bruno finivano sempre con un gentile ma fermo allontanamento.
Un soleggiato sabato mattina, l'aria alla Pista Velocità Animale di Jack era elettrizzata. Era il giorno della Mini Maratona Campestre dei Cuccioli, un evento che attirava una folla entusiasta. Bruno era lì, le sue zampe fremevano per la partenza sotto il sole. Era sicuro di vincere.
Aveva un piano impeccabile e, come sua personalissima routine pre-gara, aveva persino mangiato una doppia porzione del suo miele preferito, convinto che gli avrebbe infuso una forza extra, una spinta in più per superare tutti. Partì con grinta, il cuore che batteva all'impazzata, ma la gara fu più ardua del previsto. Nonostante i suoi sforzi, le sue sgambate veloci e la sua agilità sui sentieri, tagliò il traguardo per ultimo, il fiato corto e il suo spirito a terra.
Deluso, sudato e arrabbiato con sé stesso, Bruno non riuscì a contenere la sua frustrazione. Invece di riconoscere che forse gli altri erano stati semplicemente più veloci o che aveva commesso qualche errore di guida, la sua mente offuscata dalla rabbia si aggrappò al primo capro espiatorio disponibile: il miele.
"Questo miele non è più buono come una volta!" brontolò a voce alta, con un tono che riecheggiò tra gli spettatori.
"Non mi ha dato la forza che doveva darmi. Forse le api non usano più i fiori migliori. Sicuramente mettono dentro qualche fiore di campo senza sapore!"
La sua voce, anche se un mugolio arrabbiato di un orsetto deluso, fu udita da orecchie troppo curiose.
Il pettegolezzo, una volta seminato, si diffuse con la velocità di un incendio in una foresta secca. Fu trasportato dalle orecchie lunghe e svelte di Sprint, il giovane cucciolo di lepre, sempre il primo a correre e il primo a riportare le notizie. Poi fu amplificato dalle chiacchiere vivaci di Fiamma, la volpacchiotta dal pelo rosso fuoco e dagli occhi arguti, che non si lasciava mai sfuggire una buona storia, vera o presunta. Presto, tutti ad Animaland mormoravano.
"Il miele non è fatto con fiori di qualità!" si diceva in Piazza del Grano, tra un acquisto di pane e una chiacchiera al mercato.
"È acquoso!" sentenziò un anziano riccio.
"Non è più dolce!" esclamò una giovane farfalla.
Lillo e Sophie al Barrillo notarono subito un calo drastico nelle vendite dei loro dolcetti al miele. I clienti, prima entusiasti, ora esitavano, o chiedevano dolci senza miele. Le api dell'Alveare Cittadino, creature così orgogliose del loro lavoro meticoloso e della qualità del loro nettare, erano visibilmente tristi e confuse. Il loro ronzio, solitamente allegro e produttivo, si era fatto più basso, quasi un lamento. L'ape regina, il cui intelletto era acuto quanto la sua determinazione, sentiva il peso della sfiducia diffusa.
Otto, il bassotto poliziotto, con il suo fiuto infallibile e la sua innata percezione delle anomalie, notò immediatamente il cambiamento nell'atmosfera della città. Il suo naso, allenato a percepire le più lievi sfumature emotive, non solo i profumi, percepiva un'onda di delusione e una leggera amarezza nell'aria, una stonatura rispetto al consueto e dolce profumo di miele che permeava Animaland. Decise di indagare. Era una questione di ordine pubblico e di benessere cittadino, dopotutto.
Si recò prima al Barrillo, il cuore pulsante della città per le notizie e i pettegolezzi. Lillo, con un'espressione corrucciata, gli servì un "Nettare del Detective", una tisana speciale che si diceva stimolasse la mente. Sophie, la cui gentilezza era pari solo alla sua efficienza, gli raccontò del calo inspiegabile delle vendite e delle voci sempre più insistenti sul miele.
"Non capiamo, Otto," disse Sophie, i suoi grandi occhi velati di preoccupazione.
"Abbiamo usato gli stessi fornitori, le api lavorano come sempre. Ma la gente... la gente sembra non fidarsi più."
"Qualcosa non quadra," mormorò Otto, soppesando ogni parola mentre sorseggiava il suo nettare.
"Il miele dell'Alveare Cittadino è sempre stato eccellente, rinomato. Chi avrebbe interesse a mettere in giro una voce del genere? E per quale motivo?"
Il suo fiuto investigativo, sia quello fisico che quello metaforico, lo condusse presto da Tilli, il ras del quartiere, seduta al suo tavolo, nella redazione del giornale cittadino il "Fischio di Animaland", circondata da fogli e inchiostro.
"Il nostro stimato poliziotto ha un nuovo mistero da risolvere, eh?" disse Tilli, sollevando un sopracciglio e sorridendo furbamente.
Era sempre la prima a sapere tutto. Otto spiegò la situazione, e Tilli, con la sua vasta rete di informatori che si estendeva in ogni angolo di Animaland, dal mercato al bosco, scoprì rapidamente l'origine del pettegolezzo. In pochi minuti, consultando i suoi taccuini e facendo qualche rapida chiamata, il quadro fu chiaro.
"Ho le informazioni che cercate, Otto," rivelò Tilli, con un pizzico di soddisfazione nella voce.
"Sembra che la fonte di tutto questo trambusto sia un piccolo orso, di nome Bruno. A quanto pare, era deluso dopo una recente gara di corsa alla Pista Velocità Animale e ha incolpato il miele per la sua sconfitta. Ha messo in giro la voce che le api non usano fiori di qualità, solo per sfogare la sua frustrazione. Non credo volesse fare del male, ma il suo brontolio è stato preso sul serio."
Otto annuì, il pezzo mancante era finalmente al suo posto. Con l'aiuto di Tilli, Lillo, Sophie e Jack, che si unirono subito alla causa per ristabilire la verità, Otto decise di affrontare Bruno. Lo trovarono alla Pista Velocità Animale, seduto su una gomma da go-kart, intento a mangiare una fetta di pane spalmata con una quantità esagerata di miele, quasi a voler dimostrare a sé stesso che, nonostante tutto, non poteva farne a meno.
"Bruno," disse Otto con voce calma ma ferma, il suo tono privo di accusa, ma pieno di autorevolezza.
"Abbiamo scoperto che sei tu ad aver messo in giro le voci sul miele dell'Alveare Cittadino."
Bruno, colto di sorpresa e con la bocca ancora piena di miele e pane, abbassò lo sguardo, imbarazzato. Il suo volto paffuto si tinse di un leggero rossore.
"Mi dispiace," mormorò, le parole quasi soffocate dalla sua confessione.
"Ero arrabbiato perché non avevo vinto la gara. Pensavo che il miele mi avrebbe dato più forza... e non è successo."
Sophie, con la sua innata gentilezza e il suo approccio sempre premuroso, si avvicinò a Bruno, posandogli una zampa sulla spalla.
"Bruno, il miele è delizioso e nutriente, ti dà energia e ti rende felice, ma non può farti vincere una gara da solo," spiegò dolcemente.
"Le vittorie vengono dall'allenamento, dalla pratica e dalla determinazione. E mettere in giro voci false, anche se non vuoi fare del male e sei solo arrabbiato, può ferire le persone e rovinare la reputazione di un ottimo prodotto, fatto con tanto amore e fatica."
Lillo, pur essendo un po' più diretto di Sophie, aggiunse con un tono di rimprovero affettuoso:
"Le api lavorano duramente per fare quel miele. Ogni singola goccia è frutto di sforzo e dedizione. Sono tristi adesso perché pensano di non essere state brave, che il loro miele non sia più apprezzato. E questo non è giusto per loro."
Jack, il saggio e sportivo, intervenne con la sua voce profonda e calma.
"Nessuno vince sempre, Bruno. Questo è lo sport, è la vita. La cosa importante è dare il massimo, imparare dai propri errori e, soprattutto, rispettare gli altri, sia che vincano sia che perdano. E rispettare il lavoro degli altri, che sia un go-kart ben costruito o un miele squisito."
Bruno, ascoltando le parole dei suoi amici, si sentì ancora più dispiaciuto. Le loro parole, pronunciate con affetto ma anche con fermezza, gli fecero capire la gravità delle sue azioni. Promise immediatamente di scusarsi con le api e di spiegare a tutti ad Animaland che il miele era buonissimo, che la sua delusione era stata un errore di valutazione, e che non era affatto colpa delle api o del loro meraviglioso prodotto.
La notizia della verità si diffuse rapidamente ad Animaland, questa volta con la velocità della luce e la chiarezza dell'acqua di sorgente. Bruno, con il cuore leggero ma determinato a rimediare, andò all'Alveare Cittadino. Lì, di fronte all'ape regina e a tutte le api operaie, si scusò sinceramente, la sua voce bassa ma carica di pentimento. Spiegò la sua frustrazione per la gara e come avesse erroneamente riversato la sua rabbia sul loro prezioso miele. Per dimostrare la sua buona volontà e il suo impegno, non solo a parole, ma con i fatti, Bruno si offrì di aiutare a pulire l'area intorno all'alveare, raccogliendo foglie cadute e rami spezzati, rendendo l'ambiente ancora più accogliente per le laboriose api. Il ronzio dell'alveare tornò a essere melodioso, un coro di sollievo e gratitudine, e il profumo dolce del miele tornò a essere il profumo predominante, simbolo di una comunità che, anche di fronte agli errori, sapeva ritrovare la sua armonia.

Francesco Caldieri
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