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Writer Officina Blog
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Manuale di pubblicazione Amazon KDP. Sempre più autori
emergenti decidono di pubblicarse il proprio libro in Self su Amazon KDP,
ma spesso vengono intimoriti dalle possibili complicazioni tecniche. Questo
articolo offre una spiegazione semplice e dettagliata delle procedure da
seguire e permette il download di alcun file di esempio, sia per il testo
già formattato che per la copertina. |

Self Publishing. In passato è stato il sogno nascosto
di ogni autore che, allo stesso tempo, lo considerava un ripiego. Se da
un lato poteva essere finalmente la soluzione ai propri sogni artistici,
dall'altro aveva il retrogusto di un accomodamento fatto in casa, un piacere
derivante da una sorta di onanismo disperato, atto a certificare la proprie
capacità senza la necessità di un partner, identificato nella
figura di un Editore. |

Scrittori si nasce. Siamo operai della parola, oratori,
arringatori di folle, tribuni dalla parlantina sciolta, con impresso nel
DNA il dono della chiacchiera e la capacità di assumere le vesti
di ignoti raccontastorie, sbucati misteriosamente dalla foresta. Siamo figli
della dialettica, fratelli dell'ignoto, noi siamo gli agricoltori delle
favole antiche e seminiamo di sogni l'altopiano della fantasia. |
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Kaprice.
«Suonami Overprotection.» Fisso il candidato numero quarantuno. Lo sguardo di un raro azzurro elettrico, la carnagione ambrata e un sorriso di sfida, incorniciato da labbra carnose, mi inchiodano. «Fino a due minuti fa era proibito suonarla, perché Overprotection è la tua creatura. E ora, hai cambiato idea?» Patricia mi scruta come se fossi impazzita. Gioco con gli anelli, mentre continuo a guardare di fronte a me. «In questo caso, voglio rischiare.» Quello che ha suonato finora è stato degno di nota. Nulla a che vedere con i candidati che si sono presentati prima di lui. Inoltre, vale la pena provarci solo per trattenere ancora questo ben di Dio sul palco. «Devo suonarla con il cantato?» mi chiede, accordando la chitarra. Ha una voce calda, di quelle che la sera riempiono i vuoti della solitudine tra le lenzuola. La mia pelle freme, mentre immagino la sua bocca percorrere la mia spalla e poi il collo. Arriva alle orecchie, dove mi sussurra parole piccanti. «Kaprice, ci sei?» Steve, uno dei miei collaboratori più fidati, mi scuote dai pensieri. Lascio andare l'anello con uno scatto. «Solo musica.» Il candidato fa per suonare, ma lo fermo con un gesto. Il suo sguardo mi accende dentro. Sento il calore risalire dal basso. Investe lo stomaco e raggiunge le guance. Per fortuna, siamo abbastanza lontani da non essere notata. «Prima che cominci, una precisazione: Overprotection è un pezzo complicato, il più difficile del mio repertorio.» «Lo so.» «Stiamo parlando di una hit amata da milioni di persone. Ma è soprattutto la mia canzone del cuore, quindi dovrai emozionarmi. E per emozionarmi, intendo, che dovrai farmi piangere. Mi sono spiegata?» «Non sarà facile far piangere la Regina del Pop» ribatte con sarcasmo. «Hai dei ripensamenti?» lo provoco. Mi punta addosso i suoi occhi azzurri. «No, anzi. Accetto la sfida.» Il concorrente ha qualcosa di unico. Devo solo capire se è una questione ormonale o se c'è del vero talento in quest'uomo. «Allora, vai. In alternativa, considerati già bocciato.» E spero proprio che non sia così. Sarebbe interessante lavorare spalla a spalla con lui. Jack posiziona le mani sulla chitarra e chiude gli occhi. Formula l'accordo in do, quindi lascia andare le dita insieme al flusso della musica. Fa una deviazione e improvvisa sulla base del si. Una nota troppo alta mi fa saltare i nervi. Batto le mani sul tavolo e mi alzo in piedi. «Che diavolo stai facendo?» Apre gli occhi di scatto. Mi studia con attenzione mentre gioca con il plettro. «Una variazione» dichiara, cristallino. Incrocio le braccia. «Ti ho chiesto di eseguire Overprotection, non di reinventarla.» Lui cerca di ribattere, ma lo blocco sollevando una mano. «Rifalla senza variazioni.» Stringe le labbra, infastidito. Assurdo! Poi ricomincia, questa volta seguendo lo spartito. Do un'occhiata a Steve, che mi sorride, e io ricambio quando sento la melodia così come l'ho elaborata. Forse c'è qualche speranza. Sempre che faccia quello che gli dico. Torno su di lui, osservo i movimenti sulle corde. Le dita creano accordi delicati che sembrano avvolgere gli ascoltatori, risalgono le scale più alte per poi scendere con movimenti abili. «Non trovi che sia bravissimo?» mi chiede Steve, la bocca accostata al mio orecchio. Annuisco quasi soddisfatta, almeno fin quando non avverto qualcosa che mi infastidisce. Alzo la mano. «Stop. Il crescendo non funziona.» «Ma la canzone fa così» ribatte, mantenendo il tono controllato. «Le note hanno suonato stridule» mi ostino, dura. Paul, il mio secondo collaboratore, si sporge in avanti con uno scatto. Fino a questo momento ha assistito all'audizione senza esprimere opinioni. Ora mi guarda perplesso. Steve si tormenta la barba, mentre Patricia resta immobile: tiene sulle labbra strette una smorfia che non riesco a decifrare. Sembra seccata. Il candidato fa un passo avanti. «Le note erano alte, non stridule» si difende. La chitarra tenuta per il manico, che oscilla al suo fianco, ha un non so ché di sexy e accattivante. Peccato che poi rovini tutto suonandola come pare a lui. Sbircio il foglio con i suoi dati. «Senti, John...» dico. «Jack Williams» mi corregge. Sbuffo. «Chi ti ha insegnato a suonare?» «Mio padre. È medico e mi ha trasmesso la passione per la musica.» Sbircio ancora il curriculum. «In effetti, non hai referenze particolari. Non un diploma presso qualche istituto di prestigio, non un concerto con personaggi affermati.» «È così» conferma. I nostri sguardi si incontrano. Un brivido di eccitazione mi percorre la schiena. «Quindi il papà medico è stato il tuo insegnante di musica. E poi?» Jack – perché so che si chiama così, ma non voglio dargli importanza – mi guarda dritta negli occhi, senza il timore di avere davanti la Regina del Pop. «Ho studiato da autodidatta. Poi ci sono state le prime band garage, le prove, le feste. Infine, le serate in giro nei pub.» «Lo sai che tra i quaranta musicisti che ti hanno preceduto c'è chi ha lavorato con gli Stones e chi ha diretto orchestre in giro per gli States?» «L'esperienza degli altri non è un mio problema» risponde conciso, gelandomi sul posto. «A un'audizione, dovrebbe esserlo» ribatto contrariata. Non risponde, forse in attesa di un nuovo ordine. Mi rivolgo a Steve. «Si può sapere dove l'hai scovato?» «Ci siamo conosciuti anni fa a un'audizione» risponde pacato. «E come mai tu hai fatto carriera e lui no?» Alza le spalle. «Questo lo devi chiedere al diretto interessato.» Mi rivolgo a Jack. «Come mai non hai sfondato?» «Motivi personali, che non ti racconterò.» Sostiene il mio sguardo, senza mai abbassarlo. Sventolo il foglio. «Per essere un dilettante, stai gestendo anche troppo bene la situazione. Dai, Williams, sputa il rospo, raccontami qualcosa di te.» «Sono qui per suonare, non per parlare di me.» Qualcosa non mi convince in tutta questa storia. «Allora, suonami qualcosa di tuo.» «Pensavo di essere stato bocciato. Non ti dovevo far piangere suonando Overprotection?» Patricia si agita sulla sedia. «Ecco, infatti. Kaprice, chiudiamola qui.» «No, voglio che suoni ancora.» «Cosa vuoi che suoni?» Il candidato è tutto orecchi. «Uno dei brani della demo che ci hai inviato. Qui non devi emozionarmi. Devi spaccarmi il cuore.» Ho un tono supponente, ma non posso farne a meno. L'idea del collaboratore non mi entusiasma, dunque, se proprio devo sciropparmelo, che almeno corrisponda ai requisiti che ho in testa. Occhi magnetici, labbra da mordere, spalle larghe, un corpo asciutto ma solido. Lui li soddisfa, anzi li supera tutti. Penso che sia persino troppo bello per essere vero. Jack sorride. «Ti stupirò.» Alzo la mano come per scacciare una mosca, ma non riesco a staccare gli occhi dal suo viso concentrato. È come se si collegasse a un'altra dimensione, come se dovesse entrare nella musica per viverla. In questo siamo uguali. Le dita intrecciano una serie di accordi che accompagna con la voce.
«It was a rainy day when I fall in love with her...» Era un giorno di pioggia Quando mi innamorai di lei...
Mi entra dentro. Sento i nervi scattare, scandendo la musica che scivola oltre le pieghe delle emozioni.
«And is your eternity forever and ever» Ed è la tua eternità Per sempre.
Avverto una lacrima e la tampono con le dita, sperando di non essere vista. Jack capta il movimento. Un tiepido sorriso scalda l'azzurro dei suoi occhi. Io nascondo subito la mano. Per fortuna che ho il trucco impermeabile. Purtroppo le mie emozioni non lo sono, soprattutto quando la musica sale verso un apice che mi pietrifica.
«And so, I love but I don't know» E così amo Ma non so.
Sento i brividi affiorare, la maschera cadere. Ed è proprio in questo momento che mi costringo a tornare alla realtà. «Stop!» grido. Il silenzio cala, traghettato da una sottile tensione. Prendo un respiro per riequilibrare le emozioni. «Okay, la tecnica c'è e anche le idee. Ma l'accordo non mi piace. Dovevi tenerlo sul sol e non sul do.» «Perché?» La butto sullo scherno. «Il papà non te l'ha spiegato? Creeresti una sonorità più intensa e sfaccettata.» La sua espressione sorpresa mi fa capire che l'ho preso in contropiede. Tuttavia, mi scruta con disappunto. Un brivido di desiderio risale ancora lungo la colonna vertebrale, scuotendomi. Tutto a causa di questo sconosciuto che cerca di tenermi testa. Tutti sono intimoriti dalla mia fama. Lui, invece, non ne mostra traccia. Mi tratta come se fossi una persona comune. La sfida mi eccita, come il suo sguardo penetrante, ma non sono disposta a cedere. «Se proprio la vogliamo buttare sul tecnico, anche l'accordo in si arricchirebbe di sfumature le sonorità, anzi, darebbe al brano un senso di maggiore leggerezza. Ma il do crea il mood coerente al testo. Più cupo» spiega. Scrollo le spalle, ignorando la sua considerazione. «A proposito del testo. La ragazza è troppo...» Cerco le parole, lui resta in attesa. «Ingenua» concludo. Jack mi fissa con quel suo sguardo elettrico, come se volesse fulminarmi. «Lo è. Ma le delusioni arrivano a tutte. Alle ingenue e alle dive scafate.» |
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