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Manuale di pubblicazione Amazon KDP. Sempre più autori
emergenti decidono di pubblicarse il proprio libro in Self su Amazon KDP,
ma spesso vengono intimoriti dalle possibili complicazioni tecniche. Questo
articolo offre una spiegazione semplice e dettagliata delle procedure da
seguire e permette il download di alcun file di esempio, sia per il testo
già formattato che per la copertina. |

Self Publishing. In passato è stato il sogno nascosto
di ogni autore che, allo stesso tempo, lo considerava un ripiego. Se da
un lato poteva essere finalmente la soluzione ai propri sogni artistici,
dall'altro aveva il retrogusto di un accomodamento fatto in casa, un piacere
derivante da una sorta di onanismo disperato, atto a certificare la proprie
capacità senza la necessità di un partner, identificato nella
figura di un Editore. |

Scrittori si nasce. Siamo operai della parola, oratori,
arringatori di folle, tribuni dalla parlantina sciolta, con impresso nel
DNA il dono della chiacchiera e la capacità di assumere le vesti
di ignoti raccontastorie, sbucati misteriosamente dalla foresta. Siamo figli
della dialettica, fratelli dell'ignoto, noi siamo gli agricoltori delle
favole antiche e seminiamo di sogni l'altopiano della fantasia. |
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L'amore veste scozzese
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«A tavola eri curiosa di conoscere le storie della comunità, giusto?» Annuisco, assoggettata all'acume con cui mi sta fissando. «D'accordo, te ne racconterò una che incarna perfettamente lo spirito del clan.» Si schiarisce la voce e cambia atteggiamento. Intravedo uno spiraglio di luce nel buio in cui brancolo. Il fatto che ora si senta predisposto ad aprirsi mi rincuora sulle sorti del reportage. Magari, dicendogli la verità, sono riuscita ad appianare i dissapori. Mi concentro ad ascoltarlo. «Non so di preciso che anno fosse, però erano tempi duri quando i nostri antenati vivevano come pastori nelle valli. All'epoca c'era quest'uomo, Fergus MacDonald, descritto dal villaggio come un tizio di poche parole, restio con le persone ma molto amorevole nei confronti del gregge. Trattava il pascolo al pari di una famiglia e con una pecora in particolare, di nome Dòra, aveva un rapporto... come dire... “speciale”.» Insiste a guardarmi con serietà e io aggrotto la fronte, perplessa. «Vedi,» continua, implacabile, «Fergus non era bravo con le donne. Sosteneva fossero troppo esigenti, frivole, chiacchierone e sempre pronte a giudicare... invece, Dòra? La “sua” Dòra non lo giudicava. Non avanzava pretese, non gli dava ordini e non gli ricordava di essere un rozzo montanaro. No, Dòra era lì, giorno e notte, felice di pascolare e di starsene a novanta gradi...» Spalanco la bocca, incerta di voler conoscere il proseguo della storia. Provo a ribattere, ma lui usa il suo odioso indice per zittirmi, premendo il lattice del guanto sulle mie labbra aperte. Il cuore mi balza in gola per l'avventatezza del contatto. «Una notte d'inverno, Fergus non riusciva a dormire e si ritrovò a parlare con Dòra come fossero amici d'infanzia. Il cielo era pieno di stelle, aveva bevuto troppo whisky e Dòra era lì che lo ascoltava attenta. Sembrava disposta a tutto per lui, anche a sottostare “totalmente” alle sue fantasie. La lana era morbida, il belare rassicurante... peccato per l'odore che lasciava a desiderare. Ovviamente, non aveva niente a che fare con il profumo di una donna.» Solleva la caviglia e lascia scorrere il naso dal basso fino al ginocchio. La barba mi graffia la pelle e manda in cortocircuito il mio respiro. Mi sta letteralmente annusando e io, pietrificata dal gesto, gli sto permettendo di farlo. Incurante e senza dare peso alle sue azioni, si scosta sbrigativo e ruota sulla sedia girevole. Apre un cassetto da cui estrae un flacone e poi, come niente fosse, riprende il racconto. «Il povero Fergus si era ficcato in un bel casino. Il villaggio lo trattava come un pazzo, ma lui era convinto che Dòra fosse migliore di qualsiasi altra moglie avrebbe potuto avere.» Spreme la boccetta e si riempie le mani di una poltiglia densa e rossa. Strofina l'intruglio e lo applica sulla caviglia, la massaggia con cura, scivola fino al piede e risale energico per metà polpaccio. I palmi grandi e caldi, in contrasto con l'impasto freddo, sortiscono su di me un effetto ipnotico. «Mi segui?» domanda altisonante, destandomi dallo stato vegetativo in cui sono piombata. «I sentimenti che provava erano puri e Fergus rispondeva alle accuse con coraggio. Diceva in difesa della pecora: “Non mi dà ordini e non mi critica e, quando mi guarda, so che mi ama per quello che sono e non per quello che vorrebbe fossi”. Insomma, Fergus era cotto a puntino della dolce Dòra. Dopotutto, come biasimarlo con una femmina del genere?» Strizza gli occhi e cerca conferma. «Però, il fato si era messo contro di loro e la storia finì in tragedia. Il pastore portò la creatura al mercato, per dimostrare che non gli importava dei giudizi, ma questa – per natura sciocca, inconsapevole del pericolo e ostinatamente ribelle – assecondò l'istinto di scappare e si liberò dal cappio che la teneva vicina al padrone. Purtroppo, qualcuno se ne appropriò con l'inganno e presto rivendette la pecorella smarrita per una somma esorbitante.» Scuote la testa, fintamente rattristato, e intanto avvolge delle fasce di lana grezza attorno alla caviglia. «Fergus cercò di fermare la vendita con tutte le forze. Tentò anche di ricomprarla, ma le tasche del pastore erano troppo umili per il valore che aveva raggiunto la sua amata. Tornò a casa in preda alla disperazione e, da quel giorno, non parlò più con nessuno. Infine, morì vecchio e celibe, contemplando il ritratto di Dòra appeso in sala da pranzo, nello stesso punto in cui ora si trova quello del mio anziano prozio.» «Stai cercando di dirmi che hai scelto una pecora per la vita? Tipico degli uomini che non sanno reggere il confronto.» «Non scherziamo. Nessuna potrebbe essere all'altezza di Dòra.» «La tua storiella è spregevole, MacDonald, ma mai quanto la considerazione che hai delle donne.» «Non sei stata abbastanza attenta, vicedirettrice: tipico delle femmine sciocche, inconsapevoli del pericolo e ostinatamente ribelli.» Questo è davvero troppo! Mi libero dalla coperta, scendo con foga dal lettino, punto le mani ai fianchi e m'impettisco tra le sue ginocchia piegate, in bilico su un tacco solo. I nostri visi sono alla stessa altezza e io posso fronteggiarlo ad armi pari. «Sei proprio uno stronzo e sei...» "Bellissimo". Mio malgrado, mi rendo conto che non c'è guerra che tenga contro un simile fascino. Perché il suo rude sex appeal, messo in risalto dagli zigomi marcati, è così sfacciatamente irresistibile da mandare all'aria ogni proposito bellicoso. Le labbra dischiuse e nascoste dalla barba disordinata sembrano pregarmi di catturarle per essere baciate con estrema passione, e io devo violentarmi per non ascoltare il loro richiamo e commettere azioni sconsiderate. «Già, lo sono, e scommetto che, dopo aver ascoltato questa storia, non riuscirai più a guardare i tuoi pregiati maglioni di cashmere allo stesso modo.» Acuisce lo sguardo nel mio e le sue iridi d'argento, come per magia, vengono eclissate dalle pupille che si allargano a macchia d'olio. Tuttavia, è la fronte lievemente contratta – invasa dai capelli fitti e indisciplinati, che mi implorano di essere afferrati e strattonati – a suggerirmi che la tempesta è solo dormiente e che farei bene a tenere le dovute distanze. Del resto, anche MacDonald mi sta osservando con accuratezza. Si prende del tempo per visionare il mio volto nel dettaglio e, per un'istante, mi nutro dell'effimera illusione che stia provando il medesimo impulso e che si stia frenando. Al contrario, mi smentisce e interrompe l'idillio di sguardi che ho vissuto soltanto nell'immaginazione. «Ritieniti fortunata, vicedirettrice, non hai subito fratture. Le articolazioni dei mammiferi hanno tutte una struttura simile: sia negli animali che negli umani le ossa, i legamenti e i tendini collaborano similmente nella coordinazione del movimento. Tuttavia, Dòra se la sarebbe cavata con poco, tu dovrai riabilitare la caviglia per step. D'ora in poi indosserai calzature comode e dovrai scordarti di mischiare ancora alcolici e antidolorifici; starai a riposo e terrai la gamba sollevata per almeno tre giorni. Ho applicato un impacco di argilla, potrai rimuoverlo quando si sarà seccato. Dirò a Catriona di prepararti degli infusi al tarassaco, utili a drenare i liquidi: preparati a bere tanto e a urinare spesso. Domani ti farò avere degli oli con cui massaggiare il piede e il resto della gamba con regolarità.» Offesa dalla sua indifferenza, mi riapproprio dello spirito battagliero. «Domani andrò in ospedale e mi farò visitare da un medico vero, che mi tratterà come una persona e non come una pecora. Me ne frego del tuo consenso e non me ne importa un accidenti delle tue dispute con Cameron!» Ridacchia, si sfila i guanti sporchi; li appallottola e li getta nel secchio. Allunga la mano e, sfacciato più che mai, impugna severo le mie guance: le strizza tra le dita, immobilizzandomi e facendomi sporgere le labbra. Parla autoritario: «Ascoltami bene, Heather. La mia vita è un gran casino e ho già abbastanza rogne da sbrigare. Se pensi che darò di matto anche per te, sei fuori strada. So resistere alle istigazioni e non mi farò offuscare la ragione, neanche dopo aver alzato il gomito come ho fatto stasera. Comunque, visto che ci tieni tanto, sarò onesto anch'io. Ebbene, sì: il tuo odore mi eccita, il tuo carisma mi attrae e la tua bellezza mi mozza il fiato, ma questo non significa che riuscirai a raggirarmi sfoderando le tue doti come armi. Perciò, togliti dalla testa l'idea di fingerti la “mia” Dòra, perché non accadrà nulla tra di noi, neppure se proverai ancora a farmi gli occhi dolci per estorcermi quello che speri di ottenere. Se ti ostinerai e deciderai di diventare un mio problema, vorrà dire che farai del male alla comunità, delle persone ignare e oneste. Invece, se mi starai alla larga e mi dimostrerai che mi sbaglio, ti prometto che mi farò da parte e ti lascerò libera di svolgere il lavoro. Sono stato chiaro?» La sua verità mi investe, mi stordisce, e la tristezza che covo da sempre sembra amplificarsi. È stato più che chiaro: per lui sono il nemico di cui diffidare. Mi ero illusa e avevo sperato in un'evoluzione diversa del nostro rapporto. Quel suo disprezzo ingiustificato che ho cercato di redimere, e su cui ho insensatamente desiderato di coltivare dei boccioli di rose, è stato appena raso al suolo da questa dichiarazione d'intenti. |
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