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Manuale di pubblicazione Amazon KDP. Sempre più autori
emergenti decidono di pubblicarse il proprio libro in Self su Amazon KDP,
ma spesso vengono intimoriti dalle possibili complicazioni tecniche. Questo
articolo offre una spiegazione semplice e dettagliata delle procedure da
seguire e permette il download di alcun file di esempio, sia per il testo
già formattato che per la copertina. |

Self Publishing. In passato è stato il sogno nascosto
di ogni autore che, allo stesso tempo, lo considerava un ripiego. Se da
un lato poteva essere finalmente la soluzione ai propri sogni artistici,
dall'altro aveva il retrogusto di un accomodamento fatto in casa, un piacere
derivante da una sorta di onanismo disperato, atto a certificare la proprie
capacità senza la necessità di un partner, identificato nella
figura di un Editore. |

Scrittori si nasce. Siamo operai della parola, oratori,
arringatori di folle, tribuni dalla parlantina sciolta, con impresso nel
DNA il dono della chiacchiera e la capacità di assumere le vesti
di ignoti raccontastorie, sbucati misteriosamente dalla foresta. Siamo figli
della dialettica, fratelli dell'ignoto, noi siamo gli agricoltori delle
favole antiche e seminiamo di sogni l'altopiano della fantasia. |
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Scritto nella sabbia
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I balli di gruppo.
In principio c'era la Macarena (se sorvoliamo sul Ballo del qua qua, onnipresente durante tutti i veglioncini di Carnevale a cui ho partecipato durante gli anni delle elementari). I balli di gruppo hanno allietato le giornate e le serate di tutti noi figli degli anni ‘90. Alzi la mano chi non ha mosso alcuni passi sulle loro note! Non occorreva essere provetti ballerini per dominare la pista, valeva il mantra del “basta che mi diverto”. Dai passi molto semplici e ripetitivi, e dal ritmo piacevole, che sapeva entrarti in testa, i balli di gruppo riuscivano a unire nel medesimo istante i bambini dell'asilo e gli anziani in vacanza. Già, oggi sarebbe impensabile una cosa del genere. Amati o odiati (la via di mezzo non è mai esistita), i balli di gruppo hanno rappresentato il manifesto di un'epoca. Lontani dal rigore del liscio e del ballo da sala e dal caos della musica house, rappresentavano il giusto compromesso per un momento all'insegna della socialità. Ogni estate, accanto al tormentone radiofonico, c'era il ballo di gruppo che i Los Locos tiravano fuori per l'occasione. Oltre la già citata Macarena, tutti ricorderanno Mueve la colita, El dueno del swing, La vuelta, Tic tic tac. Non negatelo, in questo momento tutti voi state canticchiando muovendovi a ritmo. Ammetto che a me i balli di gruppo sono sempre piaciuti. Ero la classica persona che correva alla prima nota del Limbo e andava via all'ultima del El Pam Pam, ovviamente se avevo al mio fianco una solida compagnia, altrimenti non se ne faceva nulla. Furono principalmente due i balli di gruppo a movimentare i primi anni 2000: Chihuahua di Dj BoBo e La canzone del capitano di Dj Francesco. All'epoca, il lido cittadino organizzava attività di animazione per grandi e piccini. Alle 12 in punto, quando il sole raggiungeva il punto più alto del cielo e la colonnina di mercurio schizzava verso l'infinito e oltre, sulla terrazza si teneva la carrellata dei balli di gruppo. Un tour de force, gente, eppure si formava una calca che nemmeno al black Friday si vede. La sequenza dei balli era piuttosto statica, sapevamo tutti esattamente quale canzone avremmo ballato non appena sarebbe terminata quella in corso, ma, nonostante tutto, ogni santo giorno eravamo lì per godere di una piacevolissima sauna collettiva. La sottoscritta, assieme alla migliore amica di allora e alla sua santissima madre che, pur non ballando, partecipava al rituale, attendeva durante tutta la mattinata il momento fatidico e alle 12 in punto era lì, collocata nelle prime file, pronta per trasformarsi in una piccola ballerina sotto la guida dell'animatrice, alla quale, a fine stagione, ebbe l'ardine di chiedere una foto ricordo manco fosse Julia Roberts. Oggi quella terrazza non esiste più, è stata trasformata in un ristorante, e i nostri balli di gruppo, relegati a essere ballati dai più piccoli durante la baby dance, sono diventati un ricordo vintage. Oh, come passa il tempo!
La pausa gelato Rito di ogni giornata al mare era la merenda di metà mattina. Sarà che l'aria ricca di iodio metta fame, ma tutti noi, alle dieci in punto, rigorosamente dopo il bagno, avvertivamo un languorino speciale, uno di quelli destinato a essere placato solo con l'introduzione di sostanze contenenti zuccheri. Yoghurt, panini con pomodoro e altra roba salutare allontanatevi. Nel mezzo del lido cittadino, collocato in posizione strategica così da essere visto da chiunque frequentasse la spiaggia, era collocato un chiosco colorato con finestrelle-bancone, una sorta di casetta dei Puffi per intenderci, capace di attirare l'attenzione di grandi e piccini come se fosse una calamita. All'interno di tale chiosco si potevano trovare gelati confezionati di tutti i tipi, tanto costosi ma insolitamente più buoni di quelli che ogni famiglia custodiva nel freezer di casa. Era forse merito del ragazzo che lavorava al suo interno? Non saprei, probabilmente questo resterà uno dei misteri mai spiegati dell'universo. Ogni giorno un po' tutti i bambini e gli adolescenti presenti dovevano compiere il “pellegrinaggio” presso il santuario di san gelato per lasciare il quotidiano obolo in cambio di una dose di zucchero freddo. Poi sono cresciuta, il tizio è sparito senza lasciare alcuna traccia di sé e il rito, per la gioia di mia madre e del suo portafoglio già fortemente compromesso dal costo dell'abbonamento stagionale della postazione ombrellone, si è considerato concluso.
Il tipico look da spiaggia
Per noi, giovanissime degli anni 2000, era importantissimo apparire sempre perfette in qualsiasi circostanza, anche in spiaggia. Erano, pertanto, assolutamente banditi pinzettoni e fermagli vari coi quali oggi ci sentiamo a nostro agio. Anche se il caldo era asfissiante (l'estate del 2003 fu atroce da questo punto di vista), non si doveva rinunciare allo stile, era questo il mantra che ci perseguitava. Siamo state in grado di trascorrere una giornata in spiaggia coi capelli sciolti sulle spalle, lisci come spaghetti, freschi di piastra. Ditemi voi con quale coraggio si faceva ciò, oggi il solo pensiero di accendere la piastra con 40°C all'ombra mi fa morire di disidratazione. Questa acconciatura assolutamente fuori contesto veniva costantemente tenuta in ordine a colpi di spazzola degni di un parrucchiere durante la settimana della moda. Follia pura, gente, però almeno risparmiavamo sugli elastici per capelli! A completare il look da spiaggia era il trucco. Esatto, ci recavamo in spiaggia armate di ombretti (forse qualcuna anche di mascara) che andavano a mettere in evidenza lo sguardo già incorniciato dalle sopracciglia super pinzettate. L'utilità di questo make up non è a noi nota, ma, anche in questo caso, guai a presentarsi in versione acqua e sapone. Dei bjioux ne vogliamo parlare? Ricordate, tra gli altri, le collanine di plastica effetto onda? Ora ditemi con sincerità: quale persona sana di mente si reca in spiaggia con anelli, bracciali e gingilli vari? Esatto, la sottoscritta e le altre esponenti della sua generazione. Chiedo umilmente perdono all'umanità per tale scempio.
Oltre i giornalini per ragazzine Leggere, in spiaggia, è uno dei passatempi più gettonati, soprattutto se si è piuttosto pigri per svolgere qualsiasi tipo di attività motoria o troppo impegnati durante l'anno per recuperare tutte le nuove uscite che si desiderano scoprire. Sin da piccola ho sempre amato leggere, ma, considerate le mie tante ore di studio durante l'anno scolastico, relegavo questa attività ai tre mesi estivi durante i quali divoravo libri su libri. Romanzo cult della nostra adolescenza è stato Tre metri sopra il cielo di Federico Moccia, un libro che ha scalato classifiche, da cui è stato tratto un film cult per la nostra generazione e che ha portato tanta fortuna a colui il quale un bel giorno decise di scriverlo. Oggi, a distanza di tanti anni, mi chiedo quale fosse l'ingrediente segreto che ci attirò tutte quante come calamite. Ricordo le lunghe code in libreria prima e al cinema poi e la smania con la quale tutte noi collezionavamo articoli di giornale, gadget e quant'altro esistesse a tema. Oddio, ditemi che la ricordate anche voi la frase magica: Io e te 3 metri sopra il cielo che si vedeva scritta ovunque per le città, sui muri, sulle lenzuola appese ai balconi, sui corpi sotto forma di tatuaggi e, ovviamente, sui diari di noi tutte innamorate di Step, il quale, chissà come mai, aveva, nella nostra mente, le fattezze del ragazzo più figo del liceo. Come dimenticare il sequel, Ho voglia di te, da noi atteso con ansia e trepidazione che fece nascere la moda dei lucchetti? Molti momenti delle giornate in spiaggia si trascorrevano discutendo riguardo gli eventi narrativi che avevamo letto durante il pomeriggio precedente. Assieme alla migliore amica del tempo, avevo preso l'abitudine di leggere un numero definito di capitoli al giorno (senza barare!), e poi di commentarli la mattina successiva. Nella mia libreria il romanzo simbolo della mia adolescenza è ancora lì, nell'edizione flessibile.
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