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Writer Officina Blog
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Manuale di pubblicazione Amazon KDP. Sempre più autori
emergenti decidono di pubblicarse il proprio libro in Self su Amazon KDP,
ma spesso vengono intimoriti dalle possibili complicazioni tecniche. Questo
articolo offre una spiegazione semplice e dettagliata delle procedure da
seguire e permette il download di alcun file di esempio, sia per il testo
già formattato che per la copertina. |

Self Publishing. In passato è stato il sogno nascosto
di ogni autore che, allo stesso tempo, lo considerava un ripiego. Se da
un lato poteva essere finalmente la soluzione ai propri sogni artistici,
dall'altro aveva il retrogusto di un accomodamento fatto in casa, un piacere
derivante da una sorta di onanismo disperato, atto a certificare la proprie
capacità senza la necessità di un partner, identificato nella
figura di un Editore. |

Scrittori si nasce. Siamo operai della parola, oratori,
arringatori di folle, tribuni dalla parlantina sciolta, con impresso nel
DNA il dono della chiacchiera e la capacità di assumere le vesti
di ignoti raccontastorie, sbucati misteriosamente dalla foresta. Siamo figli
della dialettica, fratelli dell'ignoto, noi siamo gli agricoltori delle
favole antiche e seminiamo di sogni l'altopiano della fantasia. |
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Solo per vendetta
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10 Killer in famiglia.
Chiacchiere tra cugine: Diana e Bea.
A Petraura la neve ha terminato di imbiancare il paesaggio che ora sembra una cartolina invernale. L'efficienza comunale ha fatto sì che le strade siano state rese agibili per consentire a tutti di svolgere la solita routine. I bambini andando a scuola si divertono a giocare con le palle di neve. Gli anziani escono per fare due passi fino al bistrot “Il Rifugio” dove si ritrovano ogni mattina per bere il caffè, leggere il giornale e commentare le notizie. Gli impiegati si recano in banca in via Tivoli o all'ufficio postale in via Roma e le campane della chiesa di San Giovanni, nel cuore del centro storico, rintoccano ogni quarto d'ora. Le donne con i sacchetti della spesa appena fatta nel supermercato in via Roma scambiano tra di loro qualche chiacchiera e pettegolezzo. Tutto prende vita, niente può fermare lo scorrere del tempo, come le acque del torrente Nera che fluiscono allegre attraversando il paese. Anche Beatrice è andata al lavoro, quest'oggi sarà in studio solo la mattina e Lorenzo è partito per Tivoli dove, l'autopsia urgente su un uomo trovato morto in un'auto abbandonata poco distante dalle terme, lo attende. Bea sa che lui difficilmente tornerà prima di sera. Soprattutto se incontra il suo amico di sempre Gianfranco, in quel caso, i due decideranno di sicuro di fermarsi a bere qualcosa per parlare di corse di cavalli e chissà di cos'altro. Con Gianfranco per compagnia, il rientro a casa di Lory, così lo chiamano in famiglia, si protrarrà fino a tarda serata. Invece, contro ogni previsione, prima di uscire l'avvisa dei suoi programmi. «Bea, aspettami per cena.» Sono le 13:45 quando rientra da Tivoli – per la cena c'è tempo – così si riscalda nel microonde la zuppa di cereali rimasta il giorno prima e sistema le stoviglie. Il pensiero di chiamare Diana riaffiora alla sua mente, ma proprio nello stesso istante il cellulare inizia a suonare. «Ciao Bea hai qualche minuto per fare due chiacchiere?» Se sua suocera Devana fosse presente, le direbbe che la connessione tra lei e la cugina Diana è talmente forte che, mentre una pensa di telefonare, l'altra prende il cellulare e compone il numero. «Ciao Diana, che piacere sentirti. Puoi anche non crederci, ma avevo intenzione di chiamarti tra qualche minuto.» «Tranquilla, ci credo, ci credo. Io e te abbiamo una telepatia da far invidia a tua suocera.» Scoppiano entrambe a ridere. «Per prima cosa dimmi come stai.» «Fisicamente bene, moralmente invece sono a pezzi.» «Posso ben immaginarlo, so quanto ci tenevi a questa gravidanza, ma non devi farti crucci, la natura è misteriosa e perfetta, vedrai che presto riuscirai a coronare il tuo sogno, sei così giovane che potrai avere ancora tanti altri figli.» Beatrice sente Diana tirare su con il naso, segno che sta piangendo. Le si stringe il cuore. La sua professione la mette spesso davanti situazioni del genere e benché sia sempre bravissima a trovare le parole, questa volta le risulta difficile. «Sei sempre così cara. Non considerarmi un mostro, ma quello che ho scoperto oggi, mi ha fatto pensare che quanto mi è accaduto, da un lato è stato un bene.» Le parole di Diana la lasciano di stucco. Come può pensare che aver perso il suo bambino, così tanto desiderato, possa essere un bene? «Diana ma cosa dici? Cosa hai scoperto? Raccontami tutto.» «Mi è arrivata una lettera...» La rilegge per non dimenticare neppure una parola di quanto vi è scritto. «Ti rendi conto? Piero mi ha ingannata per tutto questo tempo!» termina singhiozzando. Bea stenta a credere alle proprie orecchie. «Ma chi ti ha mandato questa lettera? Sei sicura che non si tratti di uno scherzo di cattivo gusto?» «No, non è uno scherzo. O per lo meno, i biglietti sono autentici. La crociera c'è e la nostra prenotazione è vera. Ho controllato con la compagnia di navigazione.» «E chi sarebbe la persona che ti ha mandato questo particolare regalo?» «Non ne ho idea! Non c'è nessuna firma.» «Ma è assurdo! Se i tuoi biglietti sono veri, e a quanto dice, ne ha inviati altri deve essere un individuo piuttosto facoltoso. Le crociere non sono di certo a buon mercato!» «È proprio quello che ho pensato anch'io! Però ora non so davvero come comportarmi. Da un lato vorrei sbatterla in faccia a Piero e farmi dare spiegazioni.» «E te ne dovrebbe dare parecchie!» sottolinea. «Sempre che non mi rifili qualche altra balla! Dall'altro però vorrei anche vedere la sua faccia quando sulla nave lo metterò davanti alle sue bugie.» «E anche questa è un'idea niente male. Credi di essere in grado di gestire la situazione per i prossimi mesi?» «In che senso?» «Se decidi di fare la crociera e mettere tuo marito davanti a quanto riportato nella lettera, pensi di farcela a far finta di niente fino a quel giorno e a comportarti come se non sapessi nulla?» «Si tratterebbe di fingere. Io odio le finzioni!» «Mia cara, stai vivendo con il mago delle finzioni, magari potresti rendergli pan per focaccia.» «E se poi tutto questo non è vero? Se chi mi ha mandato questo invito particolare lo ha fatto solo per far sì che io viva di merda fino al giorno della partenza? E voglia farmi soffrire e rovinare il mio matrimonio?» Sospira prima di risponderle. «Potrebbe anche essere! Mettiamo che sia tutta una farsa, tu adesso litighi con tuo marito, e alla fine scopri che non c'era niente di vero, dopo aver fatto pace, potreste approfittare lo stesso dei biglietti e godervi una bella vacanza. Magari provando anche a mettere in cantiere un altro pargolo.» Per qualche minuto cala il silenzio, segno che Diana sta riflettendo sulle parole di Bea. «In questo modo, la persona misteriosa perderebbe i soldi del viaggio e mi vendicherei per la sua cattiveria.» Il tono di voce di Diana è più tranquillo adesso.
Non piange più. Sta riprendendosi e inizia a reagire come la leonessa che è! «Esatto!» «Ma se invece fosse tutto vero? Se salendo su quella nave scoprissi che tutte le assurdità che ho appena letto sono la realtà dei fatti?» «In quel caso, Piero dovrebbe essere così bravo da darti una valida spiegazione. Parlandogliene prima del viaggio, devi mettere in conto che, se fosse tutto vero, lui avrebbe sempre la possibilità di manipolarti ancora e farti credere alla sua verità.» «Mia cara cugina hai proprio ragione. Meno male che Piero è fuori per un paio di giorni così ho il tempo per calmarmi per elaborare un piano. Devo agire d'astuzia e far sì che non mi possa più raccontare fandonie.» Bea sorride tra sé e sé. Si rende conto che la sua indole battagliera sta tornando a galla e anziché di farsi abbattere ragiona con il cervello invece che con l'istinto e il cuore. «Bene, sembra che tu stia reagendo come si deve. Ne sono lieta e fiera di te. Non deprimerti e semmai abbatti chi ti vuol fare del male.»
Devana e Bea Del Giudice
Se davvero quello che c'era in quella lettera corrisponde a verità, Diana avrà bisogno di persone di cui potersi fidare per il resto della crociera e qualcuno con cui avere la possibilità di sfogarsi visto che i cellulari non sempre prendono in mare aperto. «Devana appena hai un attimo faresti un giro di carte per mia cugina Diana.» La suocera la guarda con curiosità. Da quando Bea le chiede di leggere le carte per qualcuno? Notando il suo sguardo le racconta tutto: «Non sappiamo se questa storia sia vera, oppure un brutto scherzo. Diana però ha deciso di scoprirlo in crocier-» Devana la interrompe. «Vorresti sapere se tua cugina riuscirà a superare questo momento.» «Sì, ecco... se dovesse essere vero, temo che manderà all'aria il suo matrimonio.» La donna tira fuori dalla borsa il mazzo di tarocchi che porta sempre con sé. Ormai la notizia della crociera è stata resa nota e il resto della famiglia Del Giudice sta discutendo di altre faccende per cui, lei può tranquillamente fare quanto la nuora le ha richiesto. Inizia a mescolare le carte e poi le dispone in maniera ordinata concentrandosi sulla foto di Diana e Piero che Bea le ha mostrato attraverso il cellulare.
Durante la lettura delle carte, un brivido le corre lungo la schiena. Chiude gli occhi e si concentra su quanto le sue vibrazioni le stanno inviando. Un flash e, dietro le palpebre abbassate, vede distintamente Piero e Diana litigare. Una scossa la percuote e nella visione successiva, una pozza di sangue macchia un pavimento ricoperto di moquette. Apre gli occhi e gira l'ultima carta. La morte! Devana si affretta a raccogliere tutte le carte e a riporle nella loro custodia. «Cosa significa?» domanda l'ignara Bea. «Qualcosa di brutto sta per accadere. Ho avuto delle visioni.»
Piero Allontanarsi dal gruppo è stata l'unica soluzione che gli è venuta in mente. Aveva bisogno di schiarirsi le idee perché cosciente che non può in nessun modo difendersi agli occhi di Diana. Cosa potrebbe dire a sua discolpa? Le occasioni per raccontarle del suo passato le ha avute e non è stato in grado di sfruttarle. Ora che tutto è uscito alla luce del sole, non gli resta altro che sperare che la donna che ama possa perdonarlo, ma quello che ha letto nel suo sguardo ferito, non promette niente di buono. Per fortuna lei non è rimasta da sola. L'ha osservata da lontano mentre chiacchierava con tutti, perfino con Sonia. Ironia del destino: in un'altra occasione avrebbero potuto essere rivali, odiarsi a vicenda, mentre adesso le due donne sembrano in perfetta sintonia e il loro odio coalizzato è rivolto verso di lui. Piero non desidera incontrare nessuno. Ancora non riesce a capacitarsi di chi possa essere la lingua lunga che ha svelato i suoi segreti ma è intenzionato a scoprirlo.
Ha passato buona parte della notte a pensare e ripensare a quanto dolore ha procurato fino ad appisolarsi su una sdraio vicino alle piscine. La nave è ancora silenziosa mentre la luce dell'alba inizia a tingere di rosa l'orizzonte. Pian piano apre gli occhi; dormire in quella posizione non giova di certo al suo corpo, ma lo spettacolo che ha davanti per un attimo gli fa dimenticare tutto. Mentre guarda affascinato il nuovo giorno che nasce decide di stare distante da Diana, di guardarla da lontano. Vuole capire se oltre al gruppo di ieri, qualcun altro l'avvicinerà. Quel qualcuno potrebbe essere la persona che lo ha messo in questa situazione.
Alcuni mattinieri sono già in giro per la nave, chi per dirigersi alle piscine per una nuotata prima di colazione, chi in palestra. Con gli abiti sgualciti del giorno prima Piero sente il bisogno di una doccia, ma non ha nessuna voglia di entrare nella cabina che divide con Diana. Così inizia a camminare per i corridoi sperando di trovarne qualcuna vuota e aperta dove almeno potersi rinfrescare. Sa che intorno alle tredici dovrebbero attraccare al porto di Napoli e che saliranno altri passeggeri; quindi, ci devono essere per forza delle cabine vuote. Per quanto lui speri di trovarne una, sarà impossibile che qualche porta si apra al suo passaggio e non ci sono neppure più serrature da scassinare, ammesso che lui sia in grado di farlo, e per quanto lui provi, nessuna porta si apre. Non ha idea a che ora apriranno i negozi della nave, ma i bar e buffet stanno iniziando a popolarsi di gente bisognosa della propria dose di caffeina e calorie. Di cabine aperte neanche l'ombra ed è meglio evitare i bagni pubblici. Così decide che, appena Diana salirà a fare colazione, lui ne approfitterà per andare a cambiarsi. Non gli resta che aspettare il momento opportuno. Di scendere a Napoli e tornare a Celle non ne ha nessuna intenzione. Spera che neppure Diana prenda in considerazione di lasciare la nave. Forse, restando a bordo, lui potrà avere, prima o poi, l'opportunità di avvicinarla. Quando si sentirà pronto ad affrontarla. E magari nel frattempo avrà scoperto chi è il colpevole di tutto questo.
Laura e Jack Del Giudice
«Signor Del Giudice, ma sta scherzando?» Laura risponde indignata. «Direi proprio di no. Lei, tra l'altro, era perfettamente a conoscenza della doppia vita della vittima...» le risponde Jack grattandosi il mento. Laura alza gli occhi al cielo prima di rispondergli. «E... secondo lei, io avrei organizzato una crociera, tra l'altro così dispendiosa, solo per smascherare Piero? E poi magari l'avrei anche ucciso?» Il tono della voce è sarcastico e quando termina di parlare le scappa anche una risata. «Solo per curiosità: quale sarebbe stato lo scopo di tutto questo? Vendere qualche copia in più del mio ultimo romanzo?» Jack non ama essere deriso e questa donna lo sta davvero innervosendo. D'altra parte, le sue argomentazioni sono più che lecite. «Probabilmente la sua idea era solo quella di scatenare un putiferio, magari ci avrebbe poi scritto su una bella storia. Le concedo che non avesse in mente di ucciderlo, ma Maraldi deve aver capito che era lei l'artefice di tutto ciò e l'ha affrontata.» Jack si alza dalla sedia, poggia entrambe le mani sul tavolo allargando bene le dita e si sporge verso la scrittrice prima di continuare: «Cosa le ha detto quando vi siete incontrati? L'ha accusata di avergli rovinato il matrimonio e ha tentato di aggredirla?» Laura scuote il capo, indietreggia e alza il viso verso Jack che continua a incombere su di lei, gli sorride beffarda senza mostrare il minimo timore e lui continua a incalzarla. «Ha tentato di aggredirla e lei si è difesa pugnalandolo.» «No!» esclama Laura balzando in piedi e assumendo la stessa postura di Jack. «Niente di tutto quello che lei ha appena descritto è mai accaduto.» Jack sta per controbattere ma lei è più svelta. «Non ho organizzato io questo viaggio. Non ho neppure avuto modo di incontrare Piero a parte quando l'ho visto ieri sera sul ponte insieme a tutti gli altri. Chi ha organizzato tutto questo doveva avere uno scopo preciso. E magari anche l'idea di uccidere Piero. Ma quella persona non sono io!» «Non le credo!» Sedendosi nuovamente le risponde bevendo l'ultima goccia di caffè ormai freddo rimasto nel bicchiere di carta. Il capitano continua ad assistere allo scambio di battute da buon spettatore restando in silenzio e Laura riprende posto anche lei. «Faccia controllare chi ha effettuato le prenotazioni. Chi ci ha pagato i biglietti invece di star qui ad accusare me. Cerchi il vero colpevole. Se non sbaglio, a bordo c'è sua figlia la criminologa ed esperta hacker. La metta davanti a un computer e le faccia fare le giuste ricerche!» Jack sospira e Laura non si dà per vinta. Sa che lo sta innervosendo, eppure non riesce a mantenere la lingua a freno e gli dà l'ultima stoccata incrociando le braccia sul petto. «Se sua figlia Viola non è in grado di trovare nulla, allora faccia fare una seduta spiritica a sua moglie Devana, magari lei risolverà il mistero.» Se fosse un toro, gli uscirebbe il fumo dalle narici. Sono ore e ore che raccoglie testimonianze inutili, tra poco sarà l'alba e non è riuscito a trovare neppure un appiglio. Proprio mentre sta per esplodere difronte a questa donna che gli ha tenuto testa per tutto l'interrogatorio, qualcuno bussa alla porta. |
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