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Manuale di pubblicazione Amazon KDP. Sempre più autori
emergenti decidono di pubblicarse il proprio libro in Self su Amazon KDP,
ma spesso vengono intimoriti dalle possibili complicazioni tecniche. Questo
articolo offre una spiegazione semplice e dettagliata delle procedure da
seguire e permette il download di alcun file di esempio, sia per il testo
già formattato che per la copertina. |

Self Publishing. In passato è stato il sogno nascosto
di ogni autore che, allo stesso tempo, lo considerava un ripiego. Se da
un lato poteva essere finalmente la soluzione ai propri sogni artistici,
dall'altro aveva il retrogusto di un accomodamento fatto in casa, un piacere
derivante da una sorta di onanismo disperato, atto a certificare la proprie
capacità senza la necessità di un partner, identificato nella
figura di un Editore. |

Scrittori si nasce. Siamo operai della parola, oratori,
arringatori di folle, tribuni dalla parlantina sciolta, con impresso nel
DNA il dono della chiacchiera e la capacità di assumere le vesti
di ignoti raccontastorie, sbucati misteriosamente dalla foresta. Siamo figli
della dialettica, fratelli dell'ignoto, noi siamo gli agricoltori delle
favole antiche e seminiamo di sogni l'altopiano della fantasia. |
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Chi si sposa a Natale?
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Scoppio a riderle in faccia, non riesco proprio a trattenermi e tra una risata e l'altra le confesso tutto. «La malattia contagiosa non l'avevo immaginata, ma ti assicuro che ho lottato con me stessa per non inventarmi dissenteria e vomito». «Sei unica!» E mi abbraccia «grazie per non esserti ammalata», commenta mentre si scioglie dall'abbraccio «e grazie per non avermi fatto partire da sola. Come facevo senza interprete?» Le do una manata sulla spalla. «Ah, è così! Non ti interessa la mia compagnia! Tu vuoi sfruttare le mie conoscenze linguistiche». «Certo! Cosa credevi? Avrei potuto portare mia madre con me se parlasse austriaco». «Che peccato!» Continuo a prenderla in giro e lei sta al gioco ribattendo per le rime. «L'hai detto sorella! Un vero peccato». «Eh già! Tu e Danila per le strade di Vienna... uh...», immaginare la scena mi fa morire dal ridere «già vi vedo! Paolo avrebbe dovuto inviare una squadra di soccorritori con tanto di cani segugio per riuscire a scoprire dove eravate finite. E tanti saluti al matrimonio il giorno di Natale». Melissa mi guarda seria, non è offesa per quello che ho detto, ma quando sta per scoppiare a ridere, solitamente si blocca un attimo, diventa seria e poi detona come una bomba in una fragorosa risata. E ora sta per accadere proprio questo. «Hai perfettamente ragione. Avremmo rischiato grosso». Mi prende a braccetto e trascinando i nostri trolley ci avviamo verso il controllo passeggeri.
Mel mi confessa di non aver chiuso occhio per tutta la notte. Anche lei era troppo agitata per dormire. «Se è per questo neppure io» le racconto di essermi trovata nella sua stessa situazione anche se per motivazioni completamente differenti. «Che ne dici se approfittiamo del volo per schiacciare un pisolino?» Prova a proporre con uno sbadiglio. «Sì dai, anche perché una volta arrivate avremo parecchio da fare», acconsento. Lei si accomoda sulla mia spalla mentre io, che ho scelto il posto vicino al finestrino, poggio la testa alla parete. Vorrei dormire, lo giuro! Ma la mia mente la pensa esattamente al contrario e ritorna ancora a due anni fa...
***
Sembra di essere atterrate nel paese di Babbo Natale. Al centro della piazza, un enorme albero di Natale fa bella mostra di sé, mentre tutto intorno dozzine di bancarelle offrono i loro prodotti, impossibile contarle tutte, devono essere più di cento. Ovunque faccia viaggiare i miei occhi mi sento avvolta da una magia particolare, guardo i volti delle persone e non ce n'è una che non sia perfettamente integrata in questa meraviglia. Sguardi assorti nella contemplazione di qualche speciale manufatto, occhi ricchi di allegria e felicità che spaziano a destra e sinistra sui banchi che espongono ogni sorta di chincaglieria, piccole e preziose decorazioni per albero o presepe, ghirlande e dolciumi. Il tutto accompagnato dalle note lievi delle canzoni natalizie che fanno da sottofondo al chiacchiericcio degli avventori. Una vera festa per cuore e anima per tutti coloro che aspettano con ansia il Natale. Non è il primo mercatino di Natale che vedo, ma la magia che si respira qui, in altri luoghi non è altrettanta. Melissa sembra Alice nel paese delle meraviglie, sorride e addita ogni minima cosa che attira la sua curiosità trascinandomi da una bancarella all'altra senza sosta. Davanti ai dolciumi non riusciamo a tirare dritto. Il profumo di cannella e spezie che si mescola a quello della cioccolata è più forte di qualsiasi richiamo imperioso. La nostra golosità è messa a durissima prova da una serie di biscotti uno più buono dell'altro. ***
È pur vero che di bomboniere non ne avevamo discusso e mi ero ripromessa più volte di tirar fuori l'argomento, solo che, per un motivo o per l'altro, mi è sempre sfuggito di mente. Infine, lei aveva fatto confezionare solo dei deliziosi sacchettini di tulle ricamato con stelle alpine che, secondo la credenza popolare austriaca, è il fiore simbolo dell'amore e questo mi ha fatto pensare che volesse rinunciare alle bomboniere. «Nei popoli di montagna, la stella alpina è considerata il fiore dell'amore e della purezza. E a questo fiore sono legate molte leggende». Aveva spiegato quando chiesi il perché di quel fiore. «Melissa! Intendi regalare palle di neve con dentro Babbo Natale per il tuo matrimonio?» Per quanto mi affascinino questi deliziosi oggetti, mi sembra un tantino azzardato. Lei scoppia a ridere poggiando l'oggetto nello stesso punto da dove lo aveva preso. «Ma no sciocca! Non con lui dentro!» Giuro che non la capisco. «E con cosa o, meglio, chi? Con la foto tua e di Paolo?» Melissa continua a ridacchiare. «Possibile che tu non sappia che queste palle sono state inventate in Austria?» Scuoto il capo, ignara di questa notizia. «Sì! Pensa. la fabbrica è proprio qui a Vienna». «Non lo sapevo. Ma tu guarda! Ora capisco perché ci sono così tante bancarelle che le espongono». «Sì, le palle di neve sono amate in tutto il mondo, hanno una magia particolare, i bambini ma anche gli adulti ne sono sempre stati affascinati. Un tizio di nome Perzy le ha inventate intorno al 1901 anche se, in verità, stava cercando di trovare il modo di aumentare la luce dentro le sale operatorie». «E tu dove hai imparato tutto questo?» Sono impressionata dal suo racconto. «Internet mia cara! Domani dopo il fiorista andremo direttamente nel negozio di Perzy alla Schumanngasse. Ho già ordinato le mie palle di neve personalizzate, devo solo andare a saldare il tutto e vedere il prototipo che hanno preparato dal vivo prima che terminino l'ordine e le consegnino direttamente al ristorante per il giorno di Natale». Sono stupefatta! Non sapevo niente di tutto ciò. Melissa mi ha lasciata senza parole. Trovo che sia tutto estremamente romantico.
***
«Dev'essere bellissimo fare un giro su una carrozza a quest'ora. Mi piacerebbe farne uno con Paolo la sera delle nostre nozze, sarebbe così romantico». «Non posso che essere d'accordo con te, sarebbe la giusta chiusura di una giornata memorabile. Sposi in carrozza sotto la coperta di pelliccia che rischiano assideramento la notte tra Natale e Santo Stefano» la prendo in giro. «Esagerata! Non chiederei di fare il giro di tutta la città, mi basterebbe un piccolo tour, e poi... Paolo di certo saprebbe come riscaldarmi», ribatte facendomi l'occhiolino. Mi propone un giro adesso. «Sarebbe bello, ma credo che con il dondolio della carrozza rischieremmo di addormentarci senza poter godere dello spettacolo e io di certo non ti potrei riscaldare come farebbe Paolo» declino l'offerta facendole la linguaccia che prontamente ricambia. «Che scema! Però hai ragione, sono davvero stanca» e le scappa uno sbadiglio «magari domani dopo la ruota panoramica» propone prendendomi sottobraccio.
«Sono distrutta» mi lancio sul letto e sfilo le scarpe massaggiandomi i piedi e i polpacci. «Non sei l'unica, non ho idea di come farò domani a camminare ancora». «Domani niente mercatini, ci tocca altro se non ricordo male» le rammento «fiori, bomboniere e finalmente un pranzo come si deve. Oggi abbiamo fatto davvero schifo con quello che abbiamo ingurgitato tra una bancarella e l'altra». Melissa ridacchia, la sua espressione non mi piace affatto, sembra il gatto che ha ingoiato il canarino. «Cosa mi stai nascondendo?» Domando allarmata. «Nulla, perché?» La sua espressione è piuttosto preoccupante. Sta macchinando qualcosa, ne sono certa, la conosco fin troppo bene questa mora dispettosa. Non è capace di mantenere a lungo un segreto, almeno con me, e credo ne stia architettando una delle sue. «Tu hai in mente qualcosa» vorrei essere in grado di leggerle nel pensiero. «Io? Ma che dici? Non ho proprio nulla» dice saltando giù dal letto come una molla e correndo in bagno. «Melissa, lo sai che tanto alla fine mi dirai quello che stai architettando nella tua testolina, è inutile che ti chiudi in bagno». Non mi risponde. Sento lo scroscio dell'acqua della doccia e allora mi metto davanti allo specchio e comincio a passarmi le salviettine imbevute di acqua micellare per togliere quel filo di trucco che uso abitualmente e pulire il viso prima di andare a dormire. |
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