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Manuale di pubblicazione Amazon KDP. Sempre più autori
emergenti decidono di pubblicarse il proprio libro in Self su Amazon KDP,
ma spesso vengono intimoriti dalle possibili complicazioni tecniche. Questo
articolo offre una spiegazione semplice e dettagliata delle procedure da
seguire e permette il download di alcun file di esempio, sia per il testo
già formattato che per la copertina. |

Self Publishing. In passato è stato il sogno nascosto
di ogni autore che, allo stesso tempo, lo considerava un ripiego. Se da
un lato poteva essere finalmente la soluzione ai propri sogni artistici,
dall'altro aveva il retrogusto di un accomodamento fatto in casa, un piacere
derivante da una sorta di onanismo disperato, atto a certificare la proprie
capacità senza la necessità di un partner, identificato nella
figura di un Editore. |

Scrittori si nasce. Siamo operai della parola, oratori,
arringatori di folle, tribuni dalla parlantina sciolta, con impresso nel
DNA il dono della chiacchiera e la capacità di assumere le vesti
di ignoti raccontastorie, sbucati misteriosamente dalla foresta. Siamo figli
della dialettica, fratelli dell'ignoto, noi siamo gli agricoltori delle
favole antiche e seminiamo di sogni l'altopiano della fantasia. |
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Tra le lame
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La pista di pattinaggio installata per le festività natalizie nella piazza vicino a casa di Gaia è sempre molto allegra. Tante luminarie creano un'atmosfera magica. Bambini che emettono gridolini di gioia ogni qualvolta riescano a correre da una parte all'altra senza cadere, genitori che li guardano e li sostengono amorevolmente. La ragazza si ritrova a osservare ogni scena con aria pensosa. Ricorda quando ha iniziato, piccolissima, ad innamorarsi di questo sport. Era proprio in occasione del Natale, quando tutta la famiglia si recava, munita di abbigliamento da sci, a passare lunghi pomeriggi sul ghiaccio. Erano i loro momenti più belli. Lei e Giada si divertivano come non mai e, terminata la pattinata, erano contente di poter trascorrere con mamma e papà il restante tempo sedute vicino alla pista a gustare un'ottima cioccolata calda accompagnata da una golosa crêpe preparata al momento. Il talento di Gaia era emerso sin da subito. Era riuscita, già le prime volte, a effettuare qualche piccola acrobazia, sotto lo sguardo ammirato dei genitori. Insieme a Giada faceva il trenino con conseguenti capitomboli che le divertivano moltissimo, nonostante mamma Diana continuasse a ricordare loro di stare attente, per non rompersi una gamba. Immersa nei suoi ricordi d'infanzia, Gaia decide di concedersi una pattinata. Gli allenamenti sono terminati per la giornata e pattinare sotto le lucine, con il cielo blu scuro a fare da cornice, è qualcosa cui non riesce a resistere. La sensazione di magia e di libertà è troppo intensa, il richiamo del ghiaccio rimbomba forte nelle sue orecchie. Del resto, è presto per il suo appuntamento con Leonardo, sarà pronta per tempo. Pagato il biglietto d'ingresso, si appresta a piroettare sul ghiaccio. È un tutt'uno con l'elemento. Danza con gli occhi chiusi tra sguardi di approvazione e ammirazione degli altri pattinatori che fanno spazio intorno a lei. Sembra trovarsi in una dimensione diversa, immersa in una magia unica che la fa sentire libera. Non è come quando si allena, si inventa la sua personale coreografia, si sente così felice che tutto il mondo resta fuori e il tempo scorre senza che lei se ne renda conto. Quando esce per togliere i pattini, scorge numerosi messaggi, nonché telefonate perse, sul suo cellulare. Leonardo! Mi sono completamente dimenticata del nostro appuntamento! Come posso essere stata così sciocca? Prende il telefono per comporre il suo numero, convinta che lui la capirà. Del resto anche i muri conoscono la sua passione. Non fa in tempo a digitare le ultime cifre che si ritrova davanti il suo ragazzo. Torvo in viso, lo sguardo decisamente furente, da farla rimanere a bocca aperta. «Leo, ho perso la nozione del tempo. Sono entrata per una breve pattinata mentre ti aspettavo». Per tutta risposta, lui inizia a inveire contro di lei. «Ma non ti rendi conto di quello che hai fatto? E come potresti? Sei sempre con la testa tra le nuvole, del resto non posso proprio aspettarmi altro da te. Mi hai fatto fare la figura dello scemo ad aspettarti sotto casa. Cosa devono aver pensato tutte le persone che passavano da lì?» Gaia è scioccata. Possibile che una qualsiasi piccolezza lo mandi così in bestia? Lui ha i pugni serrati, la mascella in tensione, è davvero il ritratto della rabbia. La ragazza cerca di scusarsi e, soprattutto, di portarlo alla calma. La gente intorno a loro li sta osservando con imbarazzo. «Leo, ti prego», sussurra, «calmati, parliamone fuori da qui. Ci stanno guardando tutti». Invece di tranquillizzarsi, la sua ira si acuisce. «Certo che ci guardano. Sei una stupida! Ti sei dimenticata di me, per questo sciocco sport! Non ne hai avuto abbastanza per oggi? Non eri agli allenamenti fino a un paio di ore fa? Oppure mi hai mentito e hai fatto ben altro?» Sempre più attonita, Gaia si sente la gola secca. Non sa più come ribattere. Si sente invasa dalla vergogna, non per ciò che ha fatto, ma per la reazione eccessiva di Leonardo. Come può non capire che ha solo passato il tempo, in attesa del loro appuntamento, nel solo modo che la fa stare bene? In fretta e furia, recupera pattini e guanti e corre lontana dalla pista. Leo la rincorre e l'afferra con decisione per un braccio, bloccandola. Lacrime copiose le scendono sulle guance. Non riesce a capacitarsi di una tale reazione da parte sua. Comincia ad avere paura di questo ragazzo. Finché le cose vanno come lui si aspetta, senza intoppi, senza imprevisti, unicamente come lui pianifica, è un ragazzo d'oro, pieno di attenzioni per lei, quasi da fare invidia a chiunque. Ma se una cosa non lo soddisfa, ecco che si tramuta in una persona diversa, in qualcuno che lei fa fatica a riconoscere. Chi è realmente Leonardo? Non ha mai alzato le mani su di lei, ma le sue parole sono più taglienti di un coltello. Leo la guarda negli occhi, con aria grave. «Non capisci che ogni tua azione porta con sé una reazione? Pensi di essere sola al mondo? Devi rendere conto anche agli altri e non fare sempre e solo di testa tua, ma, del resto, capisco che non puoi che comportarti in modo egoista. Tutto ruota sempre e solo attorno a te, al tuo pattinaggio, ai tuoi impegni. Sei così presa da te stessa che non ti accorgi di chi ha bisogno di te». Il tono è sempre duro, ma meno intenso e violento. Gaia sa di avere spesso la testa tra le nuvole. Certamente è una ragazza decisa, studiosa, sa sempre quello che deve fare. Tuttavia spesso si ritrova a sognare ad occhi aperti. Probabilmente è vero che, persa nei suoi pensieri, non si rende conto di lasciare gli altri spesso fuori dal suo mondo. Non è poi così concreta come ha sempre ritenuto, evidentemente. Si ritrova a pensare all'incidente di Leo. In quella occasione, però, non ha dimostrato di essere capace di mettere gli altri davanti alle sue esigenze? Del resto, ha rinunciato a un weekend con le sue amiche. Prova a fargli notare questo evento, ma Leo controbatte deciso. «Ma che discorso è? Ci mancherebbe altro! Ero in ospedale, volevi andare a divertirti con le amiche? Ma come ragioni? Non penserai seriamente di aver rinunciato a qualcosa in quella occasione. Hai fatto solo ciò che qualsiasi essere umano si sarebbe aspettato da te. Assistere il tuo ragazzo che aveva bisogno di aiuto. Era tuo dovere». Gaia è cresciuta con i genitori separati per la maggior parte della sua vita. Comincia a pensare di non avere mai capito cosa caratterizzi un rapporto uomo-donna. Sa che ci sono momenti di gioia, così come attimi di rinunce. Ma da qui a pretendere assistenza come fossero marito e moglie! Sicuramente non è stato un peso per lei andare a trovarlo, portargli i cambi, stare al suo fianco. Ma avrebbe potuto anche dedicare del tempo a se stessa o alle sue amiche. Una cosa non esclude l'altra. Leo non era in pericolo di vita e le visite in ospedale non potevano in ogni caso protrarsi ventiquattro ore al giorno. Con le lacrime agli occhi, non sa più cosa dire. Si sente confusa. Non capisce dove sbaglia, ma se Leo reagisce così non può che essere colpa sua. «Scusami, Leo, non volevo offenderti, né farti aspettare o, peggio, farti fare la figura del cretino e crearti problemi. Ti prometto che sarò più attenta». «So che fai del tuo meglio. Non è colpa tua se non capisci quanto mi fai male con il tuo atteggiamento. Ma ti perdono, perché hai chiesto scusa e hai capito che mi hai ferito». La prende sotto braccio e, insieme si mettono a passeggiare tra le vie della città, confondendosi tra le altre persone. Quella notte Gaia non riesce a dormire. Molte domande affollano la sua testa. Tutto è confuso, ombroso, senza senso. A confidarsi con Giada o le sue amiche non pensa lontanamente! Se fosse esattamente come dice Leo? Che è talmente assorta nei suoi pensieri che non realizza cosa accade intorno a lei? Se fosse veramente una persona egoista? Sa solo che Anna le darebbe della sciocca. Immagina quello che le direbbe, che Leo la comanda, che lei non è libera di vivere come vuole. Ma non è proprio questo il rapporto con un ragazzo? Stare insieme e trovare compromessi, rinunciando ogni tanto a qualcosa per il bene dell'altro? Comincia a essere convinta che la sua amica non lo sopporti. Per questo ogni volta la mette in guardia, i suoi discorsi sono forse dettati dall'antipatia che nutre nei confronti di Leo? |
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