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Scrittori si nasce. Siamo operai della parola, oratori, arringatori di folle, tribuni dalla parlantina sciolta, con impresso nel DNA il dono della chiacchiera e la capacità di assumere le vesti di ignoti raccontastorie, sbucati misteriosamente dalla foresta. Siamo figli della dialettica, fratelli dell'ignoto, noi siamo gli agricoltori delle favole antiche e seminiamo di sogni l'altopiano della fantasia.
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Writer Officina
Autore: Johann Sebastian Sgambellone
Titolo: Camminando nel giardino della vita
Genere Narrativa Formazione
Lettori 125
Camminando nel giardino della vita
Gli anni Settanta sono dettati dalla cultura "hippie" ereditata dal decennio precedente continua a risuonare aumentando sempre più, urlando alla rivoluzione sessuale, all'uso di sostanze stupefacenti per espandere la coscienza, e agli ideali di pace, amore e libertà. Questo decennio è pervaso da un fervore inarrestabile, una passione travolgente per l'India e l'Oriente, portata in Occidente, che influenza ogni aspetto della vita, inclusa la moda. Le contaminazioni etniche ed edonistiche diventano il marchio distintivo di un'epoca che abbraccia il motto “sesso droga e rock and roll”. Le rockstar, con il loro stile di vita eccentrico e sfrenato, diventano le icone di una generazione, La creatività detta legge, tanto da gettare le basi per una svolta economico-sociale completandosi nel decennio successivo. Sono gli anni della contestazione giovanile nel mondo occidentale, di Andy Warhol e della sua celebre frase: “Più che fare, conta comunicare”. Sono gli anni dell'esplosione del rock “psichedelico” portato dai Pink Floyd, l'hard rock ed eavy metal con i Led Zeppelin e Deep Purple. Gli Stati Uniti pongono fine alla convertibilità del dollaro in oro, e la Cina e l'Olp sono ammesse all'Onu. Il decennio è segnato da eventi epocali: in Medio Oriente esplode la guerra del Kippur, l'Opec alza il prezzo del petrolio provocando una crisi energetica mondiale, e in Cile cade il governo di Allende. Negli USA, lo scandalo Watergate porta alle dimissioni del presidente Nixon, mentre nello spazio le sonde Voyager 1 e Voyager 2 iniziano il loro viaggio e Luna 16 7 raccoglie campioni di suolo lunare. Le strade vengono invase da tutte le sostanze che richiamino meditazione, pubblicizzate fra i giovani come aiuto nel comprendere se stessi, di trovare la luce, di comprendere le risposte della vita. Un vortice sociale mondiale travolge ogni aspetto della quotidianità, cambiando per sempre il modo di vivere e di pensare. E come in tutti i cambiamenti, passato il vortice, si salva chi non si lascia inghiottire. Siamo a Genova, una città piena di storia, cultura, potere e ferite, ma anche di orgoglio. In questo scenario complesso e affascinante, si muove Daiana Sulmolo, la ragazza bene. Con i capelli scuri e gli occhi penetranti, Daiana incarna lo spirito di una generazione in bilico tra tradizione e innovazione. Cresciuta in una famiglia benestante, ha sempre avuto tutto ciò che poteva desiderare, ma sente dentro di sé un vuoto, un'inquietudine che la spinge a cercare qualcosa di più. È affascinata dal mondo che cambia intorno a lei, attratta dalle nuove idee e dai movimenti che stanno rivoluzionando la società. Daiana osserva il mondo con occhi curiosi, pronta a scoprire cosa il futuro ha in serbo per lei. Sa che la strada che ha scelto non sarà facile, ma è determinata a seguirla, a qualsiasi costo. La sua storia è solo all'inizio, un capitolo di una vita che promette di essere ricca di avventure e sorprese. Era il 1969, Daiana Sulmolo era una ragazza di 13 anni con un fisico già maturo per la sua età. Alta 1,70 metri, aveva un corpo longilineo ma prestante, e i suoi capelli lunghi e mossi di un biondo cenere incorniciavano un viso pulito e solare. I suoi occhi grandi riflettevano una genuinità e una vivacità che la rendevano particolarmente affascinante. 9 Il padre, Antonio Sulmolo, era un uomo di grande prestigio. Da professore universitario di diritto, aveva intrapreso con successo la carriera di avvocato nel nord Italia, ottenendo risultati eccellenti. Antonio era un uomo rigoroso, con una mentalità militare in cui ordine e disciplina erano fondamentali. Non era quasi mai presente a casa a causa del suo lavoro in Piemonte ; tuttavia, quando tornava, portava doni per compensare la propria mancanza. Questi momenti erano feste di gioia, specialmente per lei, a cui non importava cosa il padre portasse, ma solo la sua presenza. La vita di Daiana sembrava tranquilla fino al trasferimento in una nuova casa. Desiderava frequentare il liceo artistico, ma il padre, le proibì fermamente di farlo, vedendo in quell'ambiente un pretesto per sfuggire alle responsabilità. Antonio sognava per lei una carriera nell'avvocatura, imponendo le sue aspettative sul suo futuro. Il matrimonio dei genitori iniziò a vacillare. Carla, la madre di Daiana, scoprì che il marito la tradiva. Carla era una donna molto buona e ingenua, forse fin troppo. Dopo averlo scoperto, ebbe un crollo morale, iniziò a bere e le malelingue non aspettarono altro di poter liberare le loro lingue taglienti nel sconvolgere la sua reputazione con il mettere in giro voci di essere una donna con poche attenzioni verso la famiglia cercando conforto in relazioni occasionali con studenti e 10 professori : Dopo anni di “ordine e disciplina”, si era lasciata andare. Il suo ruolo di direttrice di una scuola e l'essere l'ex moglie di un noto avvocato la rendevano una figura pubblica quindi, ogni sua azione nella vita privata era amplificata in una società ancora molto bigotta e attenta alle apparenze. Seduta nel dehor del bar vicino casa, Daiana sentì due signore al tavolo accanto parlare del fallimento della scuola "Purigliano". “Hai sentito il vero motivo del fallimento? Si dice che lei fosse ninfomane, che andava a letto con gli alunni delle classi più basse. È uscita di testa quando ha saputo che il marito era lo spasimante di diverse colleghe.” Sentendo queste parole, Daiana si alzò, pagò e fuggì via piangendo. Per Daiana, che aveva sempre condotto una vita perfetta, il colpo fu devastante. Ma quel giorno, Daiana scoprì la crudeltà della vita. La famiglia si sgretolò definitivamente poco dopo. Antonio, non vivendo più nell'appartamento lussuoso dove si erano appena trasferiti, interruppe il mutuo. Carla trovò conforto in un uomo gentile e amorevole e decise di trasferirsi con lui in Piemonte. Pam fu mandata a vivere da una zia. Daiana, seppur innamorata del padre, non volle andare a vivere con lui come chiestole, troppo arrabbiata con lui per ciò che aveva fatto, quindi andò da un'altra zia. Daiana si trovava ora in una nuova realtà, lontana dalla vita perfetta che aveva conosciuto, con il cuore pieno di tristezza e confusione, ma anche con una forza interiore che le avrebbe permesso di affrontare le sfide future. I mesi provavano a passare indenni, ma Daiana era irrequieta. Non riusciva a metabolizzare e capacitarsi di quanto accaduto. Era sempre stata una ragazzina modello, aveva sempre fatto ciò che il padre voleva, eppure tutto era finito in quel modo. Ora, sentiva che era arrivato il momento di fare come voleva lei. Frequentava uno stabilimento balneare in Corso Italia e, un giorno, venne notata dal proprietario che le chiese di posare per delle fotografie in spiaggia per reclamizzare la struttura tramite cartoline illustrative. Tutti, dal proprietario ai dipendenti, concordavano per il suo viso e sorriso bellissimi, con i quali avrebbe reso le cartoline più lucenti e invitanti. Gongolata dalle lusinghe ricevute e dalla voglia di divertirsi, accettò la proposta dichiarando di essere maggiorenne. Il tempo di stampare e distribuire le cartoline, e Daiana divenne il simbolo dell'estate nelle spiagge del lungomare del capoluogo ligure. Daiana divenne un'assidua spettatrice di questi eventi, immersa in un mondo di glamour e luci. Un giorno, mentre si rilassava sulla spiaggia, venne avvicinata da un fotografo professionista che lavorava per una rivista di moda. Le propose un servizio fotografico più professionale, un'opportunità che poteva aprirle le porte a nuove esperienze e, forse, a una carriera nel mondo della moda. Daiana accettò senza esitazioni, affascinata dalla possibilità di esplorare ulteriormente quel mondo scintillante. Il servizio fotografico si rivelò un successo. In breve tempo, il suo volto iniziò a comparire su riviste locali, rendendola ancora più conosciuta e ammirata. Nel Locale, Daiana venne avvicinata da un artista di un gruppo musicale. Tra i tanti che provarono a farle la corte, lui ebbe quel fascino in più che la ammaliò letteralmente. Era scoccato 13 l'amore, il suo primo amore. Una mattina, Daiana si svegliò con una strana sensazione di nausea e debolezza. Spaventata, andò al pronto soccorso per capire cosa stesse succedendo. Dopo le analisi, i medici le comunicarono con un sorriso rassicurante che il suo corpo stava reagendo alla presenza di una nuova vita. Attese con impazienza il ritorno del suo amato dal tour musicale e pochi giorni dopo si rividero al classico locale. Di fronte a lui, in evidente stato emotivo, Daiana prese un lungo sospiro e con gli occhi chiusi disse: “Sono incinta, aspettiamo un bambino!”. Dentro di sé, era convinta che lui avrebbe reagito con stupore positivo, immaginando un sorriso sul suo viso e occhi colmi di 14 emozione. Invece, riaprendoli, vide un volto preoccupato, con la fronte umida di sudore e occhi che ballavano nervosamente. Tutto era già chiaro, ma sperava di sbagliarsi e non chiese nulla temendo la risposta. Fu lui a rompere il silenzio fitto e ovattato, confidandole senza tanti giri di parole che non aveva mai avuto intenzione di costruire qualcosa di serio e credeva che anche lei lo sapesse. La chiamò ingenua, spiegandole che in quel mondo di persone famose, la normalità era il divertimento. Come poteva solo pensarci, essendo minorenne e lui maggiorenne già affermato artisticamente a livello mondiale? Il dolore lancinante nel cuore si trasformò in rabbia cieca. Daiana gli scaraventò un pugno in faccia e andò via. Mentre si incamminava verso casa a piedi, piangendo con in mente miliardi di frammenti di ricordi, si fermò su un dubbio che l'aveva sempre attanagliata ma senza mai indagare per timore di ciò che avrebbe potuto scoprire. Si recò sotto casa della sua migliore amica, la stessa che l'aveva ospitata e aiutata al pronto soccorso, nella quale riponeva totale fiducia perché ormai riponeva fiducia solo in lei. Si nascose dietro un albero aspettando il suo rientro. Non passò molto quando vide avvicinarsi un'auto che si soffermò proprio davanti al portone. Quando i fari si spensero, riconobbe la macchina a lei familiare, con all'interno proprio lui e la sua migliore amica. Si trattennero in un lungo bacio affettuoso prima di entrare insieme. Il timore era fondato: “Lui se la faceva con lei da mesi. Lo sapevo ma non volevo crederci. Pensavo succedesse solo nei film e alla fine mi sono trovata pure protagonista”. Per tre giorni Daiana non mise piede fuori casa. Il tempo lo passò tra musica, pianti e pensieri. L'ansia cresceva dentro di lei, prendendo spazio e dominando ogni pensiero. Doveva anche organizzarsi per andare in Inghilterra ad abortire, in Italia era ancora fuorilegge. Con la rabbia crebbe anche la repulsione per gli uomini. Non poteva permettersi di continuare ad andare a scuola. Rimboccatasi le maniche, trovato chi l'avesse potuta accompagnare, partiva per il Regno Unito e fece ciò che doveva fare. Ritornata in Italia, provò a prendere la vita di petto, provare ad essere più strafottente e prendere tutto con più leggerezza. Una sera, una delle tante feste private organizzate da figli di papà dell'alta borghesia, Daiana si stava rilassando sul divano. All'improvviso, arrivarono dei ragazzi, ex compagni di scuola sua. Uno di loro tirò fuori dai pantaloni un porta pellicola fotografica, aprì il tappo e versò sul tavolino il contenuto: una polvere bianca. Si sedette accanto a lei, e con un pezzo di cartoncino ordinò la polvere in svariate strisce. Arrotolò una banconota, tirò con il naso una delle svariate righe, poi la offrì a Daiana. Esitò per un momento, ripensando a tutto ciò che aveva sentito sulle droghe. Tuttavia, la curiosità e il desiderio di lasciarsi andare prevalsero. Pensando che anche quelle informazioni di pericolo fossero solo ingigantimento popolare, prese la banconota e inalò la polvere bianca. Subito dopo, tutti i presenti fecero lo stesso. All'inizio, Daiana non avvertì nulla di particolare e provò una sorta di delusione. Poi, lentamente, iniziò a sentirsi più leggera. Una sensazione di energia si diffuse nel suo corpo, culminando in un formicolio al cuoio capelluto. La sua mente si liberò dalle emozioni pesanti e tutto intorno a lei sembrò allontanarsi. Si sentì come la protagonista di un film, immersa nella scena ma al contempo osservatrice. Da lì in poi, viveva ogni secondo in modo amplificato. La festa si trasformò in un paradiso idilliaco di trasgressione. Tra alcol, droga e sesso, Daiana si sentiva libera da ogni costrizione. Mentre la festa continuava, si rese conto che quella notte avrebbe segnato un punto di svolta nella sua vita. Da quella sera, Daiana fu notata ancora di più. Sentiva il desiderio di assumere la sostanza, sia per golosità, sia per non sentirsi così spenta e fiacca come in quel momento. Le conseguenze dell'uso della cocaina, ancora non recepite correttamente fra i giovani di quel periodo, la facevano sentire svuotata. Si avvicinarono a lei due ragazzi conosciuti in una delle feste, Costanzo e Vittorio. Le proposero di mettersi in "affari" con loro. A loro dire, avrebbero potuto esaudire la maggior parte dei suoi desideri. Daiana accettò senza pensarci due volte. Già la sera stessa, si incontrarono e le portarono un etto di cocaina pura per iniziare. Stupefatta, allibita e timorosa, Daiana rincasò dalla zia, contenta e soddisfatta. Passò un mese e arrivò il momento di saldare quanto preso. Nonostante avesse tagliato la droga, nonostante la clientela fosse fluida e prosperosa, non fu in grado di raggiungere la cifra dovuta. Si accorsero anche del suo grande carisma nonostante l'età. Fu ancor meno difficile trovare la soluzione a tutto. Vittorio le disse: “Se sei la ragazza che ho conosciuto, non ti devi preoccupare assolutamente. Vediamoci questa sera al solito posto.”. Daiana si sentì intrappolata. Non era questo il futuro che aveva immaginato, ma la promessa di una via d'uscita dalla sua situazione attuale era troppo allettante per essere rifiutata. Con un respiro profondo, decise di accettare la proposta. Quella notte, iniziò un nuovo capitolo della sua vita. Daiana, inizialmente riluttante, percepiva l'atmosfera pesante, quasi tenebrosa e pericolosa del luogo e, ora, proprio questa sensazione l'avrebbe spinta a proseguire i rapporti con Costanzo e Vittorio : l'eccitazione del proibito, la trasgressione. Al solito locale, i due non persero tempo. Loro le avrebbero consegnato un chilo, due, tre di cocaina, a condizione che saldasse il conto entro un mese. Non avrebbe dovuto preoccuparsi della clientela procurata da loro, doveva solo 18 tagliarla e venderla. Se fosse stata furba nelle dosi, il suo guadagno sarebbe stata droga quasi a volontà e gratis. L'accolsero tra gli applausi, elogiandola come un'attrice nata, a suo agio fin dalla prima volta. Compiaciuta e imbarazzata, tenne per sé la vera sensazione provata e chiese direttamente quando sarebbe arrivato il guadagno. Costanzo le allungò una busta, l'aprì e vide i negativi delle fotografie e le rispettive foto sviluppate. Avrebbe dovuto incontrare nuovamente la vittima e ricattarlo, minacciando di inviare le foto alla moglie se non avesse pagato cinque milioni di lire. Detto fatto, mezz'ora dopo, Daiana si trovava fuori dal locale a discutere con l'uomo. In pochi istanti, il corpo della vittima iniziò a tremare visibilmente, il viso oscurato dalla paura e se ne andava correndo. Daiana informò i due di vedersi l'indomani nella piazza principale del lungomare e se ne andò. Dopo la cena, i due si recarono nella piazza desolata dove trovarono Daiana seduta su una panchina. Si avvicinarono e videro che teneva una busta piena in mano. Al loro saluto, Daiana rispose consegnandola. Tra le risate soddisfatte di tutti, Daiana tirò fuori dalla borsa dei fotogrammi non consegnati completamente. Spiegò che in caso di futuri problemi, sarebbero stati pronti a reagire. A quel punto, essendosi accorto anche lui che erano flash da fotocamera, Daiana lo anticipò gridando alla vergogna scappando e urlando aiuto. La nottata finì lì. I due scomparsi e Daiana tornò a casa sentendosi sporca e a disagio. Questa fu la sua sensazione iniziale, ma con il passare del tempo, riflettendo, si rese conto che, in fondo, si era divertita: il classico fascino del proibito. Il locale era ormai diventato il ritrovo abituale dei tre. La sera seguente li raggiunse per capire come sarebbe andata a finire la faccenda, assicurandosi che ciò che aveva fatto non fosse stato vano.
Johann Sebastian Sgambellone
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