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Writer Officina Blog
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Manuale di pubblicazione Amazon KDP. Sempre più autori
emergenti decidono di pubblicarse il proprio libro in Self su Amazon KDP,
ma spesso vengono intimoriti dalle possibili complicazioni tecniche. Questo
articolo offre una spiegazione semplice e dettagliata delle procedure da
seguire e permette il download di alcun file di esempio, sia per il testo
già formattato che per la copertina. |

Self Publishing. In passato è stato il sogno nascosto
di ogni autore che, allo stesso tempo, lo considerava un ripiego. Se da
un lato poteva essere finalmente la soluzione ai propri sogni artistici,
dall'altro aveva il retrogusto di un accomodamento fatto in casa, un piacere
derivante da una sorta di onanismo disperato, atto a certificare la proprie
capacità senza la necessità di un partner, identificato nella
figura di un Editore. |

Scrittori si nasce. Siamo operai della parola, oratori,
arringatori di folle, tribuni dalla parlantina sciolta, con impresso nel
DNA il dono della chiacchiera e la capacità di assumere le vesti
di ignoti raccontastorie, sbucati misteriosamente dalla foresta. Siamo figli
della dialettica, fratelli dell'ignoto, noi siamo gli agricoltori delle
favole antiche e seminiamo di sogni l'altopiano della fantasia. |
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I figli del silenzio
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“Ripetimi tutto dall'inizio, Sergio. Mi è sfuggita la parte del tuo discorso dove c'è la fregatura.” Sergio sbuffò, alzando gli occhi al soffitto per poi riportare lo sguardo su Nina, seduta su una malridotta poltroncina dall'altra parte di una scrivania ingombra di fogli. “Sei troppo diffidente Nina. E, se mi permetti, anche un po' ingrata. Pensavo che avresti apprezzato questa possibilità di carriera.” “Lo so, sono una persona orribile. Quindi, se mi ripeti la storia, poi potrò implorare il tuo perdono per aver ingiustamente dubitato di te.” “potrei semplicemente affidare l'incarico a qualcuno meno sospettoso.” “Se tu avessi voluto, lo avresti già fatto. Quindi?” Sergio sospirò, in maniera fin troppo teatrale. “Allora...è arrivata questa mail da Erik Koivunen, da Kilpisjärvi, in Finlandia. Questo tizio, che è stato un rinomato tecnico del suono negli anni settanta, sostiene di essere in possesso del master di un album inedito dei Led Zeppelin, che sarebbe dovuto uscire tra Presence e In through the out door.” “In parole povere, uno della stessa famiglia di mitomani che sostengono che Paul McCartney sia morto nel 1966 e al suo posto nei Beatles ci fosse un sosia, o che hanno visto Jim Morrison fare benzina all'autogrill di Cantagallo. Cosa ti fa pensare che questo sia diverso?” La guardò con aria offesa. “Mi credi così sprovveduto da non aver fatto le mie ricerche? Pare che nel 1977 Peter Grant, il manager dei Led Zeppelin, abbia contattato il Puhtaus, lo studio discografico di Turku dove lavorava Koivunen. Se poi la cosa abbia avuto un seguito non si sa, ma...” “E ti è bastato questo per convincerti che tutta questa storia non sia un'enorme cazzata?” Sergio tamburellò con le dita su un faldone polveroso appoggiato sulla scrivania. “È ovvio che è un'enorme cazzata, Nina. Voglio dire, questo tizio è stato veramente il golden boy dei tecnici del suono negli anni settanta. Se lo contendevano i migliori e faceva soldi a palate. Poi, una trentina d'anni fa, ha mollato tutto, blaterando di una missione da compiere, e si è stabilito in questo paesino dimenticato da Dio. Dove probabilmente si è sniffato anche la neve del vialetto di casa e vede la faccia di Robert Plant nei riflessi del lago. Dicono che, nelle notti di luna piena, lo abbiano visto ballare nudo nella neve sulle note di Whole lotta love.” Nina gli lanciò un'occhiataccia. “D'accordo, questa me la sono inventata.” “E allora perché vuoi ugualmente spedirmi in Finlandia, spesata di tutto, a caccia di un tizio a cui gli acidi presi negli anni settanta hanno alla fine presentato il conto? Scusa se te lo dico, ma non mi sembra che la tua rivista navighi nell'oro...” “Perché potrebbe venirci fuori comunque una bella storia. Il perché della sua fuga, il passaggio da mito a eremita, aneddoti sul suo periodo d'oro, cose del genere.” Si guardò lentamente intorno, come se si accorgesse solo in quel momento del caos che regnava nell'ufficio. “E comunque, Ritmi&Rumori non è messa poi così male.” “Come no. A questo punto, l'unica cosa che ancora non capisco è perché vuoi mandare me. Sono solamente una giornalista freelance alle prime esperienze, in fondo.” “Perché sei brava in queste cose, Nina. E poi...” Esitò per un istante. “Koivunen ha chiesto espressamente di te.” Nina spalancò gli occhi. “Scherzi?” “Sono serissimo. Ha letto dei tuoi articoli ed è disposto ad incontrare solo te. Dice che sei una persona risonante, qualunque cosa voglia dire.” Nina rimase in silenzio per diversi secondi, poi si alzò dalla poltroncina. “A questo punto...orgogliosa di essere la prescelta di un ex figlio dei fiori strafatto, non mi resta che andare a casa a preparare la valigia.” Sergio le porse una busta. “Qui c'è la prenotazione per tre giorni di pernottamento, il biglietto del treno per Milano e i biglietti aerei. Il volo parte dopodomani mattina da Bergamo per Helsinki, poi prenderai un volo interno per Rovaniemi. Da qui, qualche ora di pullman e sei arrivata.” “Quantifica qualche ora.” Sergio abbozzò un sorrisetto. “Sei, più o meno. Ma mi dicono che i paesaggi sono splendidi, passeranno in un lampo.”
* * *
Nina chiuse la zip del trolley, lo guardò dubbiosa per alcuni secondi e poi lo riaprì, per metterci dentro un altro maglione pesante. Secondo la app meteo del suo cellulare, in quel momento la temperatura massima a Kilpisjärvi era di 4°C, ed erano previste nevicate nei successivi due giorni. E tutto questo a Maggio. Richiuse la zip del trolley. Adesso aveva davvero tutto il necessario per andare a caccia dello scoop della sua vita, o più probabilmente di un vecchio hippie con il cervello in pappa. Si preparò una tisana e si accoccolò sul divano con il portatile sulle ginocchia. L'idea era dare una rapida occhiata online al signor Koivunen, giusto per avere un'idea del tipo d'uomo con cui avrebbe avuto a che fare. Google non offriva molto. I suoi dati anagrafici -era nato nel 1955 a Turku-, l'elenco degli artisti con cui aveva lavorato (alcuni decisamente importanti) e poco altro. Poi, incappò in una vecchia intervista del 1998 per un canale musicale svedese caricata su Vimeo. Nina cliccò sul video, curiosa. Il Koivunen che apparve in camera non sembrava un relitto. Almeno, non ancora. Aveva una barba curata, i capelli bianchi raccolti in una coda, e una voce profonda, quasi cantilenante. Parlava in inglese, con un accento appena percepibile. La gente pensa che il suono sia qualcosa di oggettivo. Decibel, frequenze, onde. Ma il suono è memoria. È sangue. Ci sono vibrazioni che non si dimenticano mai. E ci sono vibrazioni...che non dovrebbero esistere. L'intervistatore rideva, pensando forse ad una battuta. Erik Koivunen no. Lo sguardo si era fatto opaco. Subito dopo, il video si interrompeva bruscamente. Continuò a cercare sui forum musicali specializzati, ma senza trovare nulla di utile. Come ultimo tentativo, fece una ricerca su Youtube, e trovò un video di pochi secondi, intitolato Erik Koivunen 2022, Kilpisjärvi. Lo aprì. Era un video amatoriale di scarsissima qualità, che mostrava una stradina innevata, con un Koivunen decisamente più anziano che camminava a passi rapidi, inseguito da un giovane con un microfono, che parlava in inglese. Signor Koivunen! Solo una domanda a proposito del suo ritiro...Si è nascosto dall'industria musicale? Oppure da... Koivunen si voltò bruscamente, la voce roca e spezzata. Hiljaisuuden Lapset! Non capite. Non capite ciò che non dovreste ascoltare. Poi si voltò e riprese a camminare, scomparendo dietro una curva. Il video terminava in quel punto. Nina fece ripartire il video più volte. Cosa aveva detto? Hiljai...cosa? Non capiva una parola di finlandese, ma l'aveva colpita il tono con cui aveva pronunciato quelle due parole. Secco, accorato...quasi disperato. Scosse la testa. Lo avrebbe chiesto direttamente a lui, una volta arrivata, il significato di quelle parole. Ammesso che fosse in grado di darle una spiegazione. Fece partire su Youtube il video di Comfortably numb dei Pink Floyd e si accoccolò sul divano sorseggiando la tisana ormai quasi fredda. Chiuse gli occhi, godendosi la canzone. Da quanto tempo non la ascoltava? Da quanto... E successe. Di nuovo. La canzone iniziò a cambiare. Mutamenti minimi, quasi impercettibili. Una sfumatura leggermente diversa del cantato sul ritornello, un accordo delle tastiere di Rick Wright appena più lungo, un passaggio nel secondo assolo di David Gilmour che...non era come doveva essere. Nina si abbandonò contro lo schienale del divano con un sospiro. Erano mesi che non le succedeva. Tutto era iniziato quando aveva dodici anni. A volte, le canzoni che sentiva alla radio...cambiavano. Piccole differenze, quasi impercettibili ma nette. Non ne aveva mai parlato con nessuno, per non essere presa per una povera matta. Poi, crescendo, la cosa aveva cominciato a preoccuparla. Si era sottoposta ad ogni possibile esame medico, aveva consultato psicologi e psichiatri, solo per scoprire di essere sana come un pesce. Con il passare degli anni, quel fenomeno si era fatto sempre meno frequente, e Nina aveva semplicemente imparato ad accettarlo. La canzone finì. Appena al di sotto della musica che sfumava, Nina sentì una voce che sussurrava, appena udibile: It's only for you. Nina fissò lo schermo del portatile. Anche se ormai ci aveva fatto l'abitudine, quell'esperienza finiva sempre per lasciarla disorientata. Youtube passò automaticamente ad un altro video. Solo uno sfondo nero. Sotto un nome: I Figli Del Silenzio. Sembra il nome di un gruppo prog rock degli anni settanta, pensò. Poi iniziò la musica. Una chitarra elettrica distorta, lamentosa, gracchiante, come se fosse stata incisa su un vecchio nastro magnetico degradato. Sullo schermo cominciò a scorrere lentamente il testo, bianco, centrato. La voce che accompagnava il testo era straniante. Maschile e femminile insieme, come due registrazioni sovrapposte, disallineate di qualche millisecondo. Le parole si confondevano con il suono malato della chitarra, Nina iniziò a seguire il testo sullo schermo...e si irrigidì.
Sei pronta per il viaggio Un fantasma ti attende nel freddo Mentre ascolti cose Che nessun altro può sentire...
Quella canzone...sembrava parlare di lei. Scosse la testa. Coincidenze. Era ancora sfasata per l'ascolto sballato di Comfortably numb, e oltretutto era stanca morta. Niente di paranormale, solo una fantasia troppo fervida. Cliccò per ricaricare il video. Questo video non è più disponibile. |
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