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Self Publishing. In passato è stato il sogno nascosto di ogni autore che, allo stesso tempo, lo considerava un ripiego. Se da un lato poteva essere finalmente la soluzione ai propri sogni artistici, dall'altro aveva il retrogusto di un accomodamento fatto in casa, un piacere derivante da una sorta di onanismo disperato, atto a certificare la proprie capacità senza la necessità di un partner, identificato nella figura di un Editore.
Scrittori si nasce. Siamo operai della parola, oratori, arringatori di folle, tribuni dalla parlantina sciolta, con impresso nel DNA il dono della chiacchiera e la capacità di assumere le vesti di ignoti raccontastorie, sbucati misteriosamente dalla foresta. Siamo figli della dialettica, fratelli dell'ignoto, noi siamo gli agricoltori delle favole antiche e seminiamo di sogni l'altopiano della fantasia.
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Writer Officina
Autore: Ashley Pucket
Titolo: Benvenuto a casa
Genere Romanzo Rosa
Lettori 65 6 2
Benvenuto a casa
È la sera del ballo. La fatidica sera del ballo, aggiungerei.  
In questo momento ci stiamo tutti preparando per la “serata più bella del campeggio”, o almeno si spera. Io non ho mai avuto troppo interesse nel prepararmi accuratamente per le feste, ma questa volta, non so bene per quale motivo, ne ho davvero molto.  
Sto cercando di curare ogni minimo dettaglio; prima mi sono fatto una lunga e molto profumata doccia, ho preparato i vestiti che ho comprato oggi con molta attenzione a non stropicciarli, macchiarli o rovinarli, e infine li ho indossati.  
La mia testa sta immaginando mille scenari diversi; potrebbe succedere di tutto questa sera, e considerando tutti gli sbalzi d'umore e i cambi di idea che ho avuto oggi, il mio comportamento sarà del tutto imprevedibile perfino per me.  
Cerco di smetterla di fantasticare con la mente e mi concentro a cercare l'orologio che sono sicuro aver infilato da qualche parte in valigia.  
Non è un orologio di grande valore economico; ha più un valore affettivo. È l'unica cosa che mi è rimasta di mio papà. Si tratta di un orologio un po' vecchio stile, ma sempre molto elegante, con le rifiniture e il cinturino in argento.  
Dopo aver indossato l'orologio, mi reco in bagno per spruzzarmi un po' di profumo addosso e per assicurarmi che i miei capelli siano in ottime condizioni come lo erano fino a un'ora fa.  
Oggi pomeriggio, non so per quale motivo, Eva è piombata nella mia stanza con un sacchettino dicendo di avermi preso un regalino.  
Ovviamente ero molto confuso; quando l'ho aperto, ho trovato una crema per capelli ricci e del gel.  
“Così questa sera avrai dei capelli bellissimi e Bea non riuscirà a toglierti gli occhi di dosso” ha detto quando ho preso i prodotti in mano.  
Ultimamente Eva è convinta che io e Bea siamo fatti l'uno per l'altra e sta cercando di fare il Cupido della situazione, diciamo che sta cercando di aiutarmi a conquistarla, nonostante io non sappia nemmeno se voglio farlo o no.  
Una parte di me pensa che Bea sia la donna più bella e dolce che io abbia mai visto e che saremmo perfetti insieme.  
Ma un'altra parte di me ha troppa paura che possa andarsene anche lei.  
Nell'ultimo periodo questa paura si sta affievolendo, ma è sempre presente...  
Cerco di non pensare a questo piccolo ma grande particolare e decido che questa sera farò tutto ciò che mi sentirò di fare, senza pensarci troppo.  
Osservo la mia figura allo specchio; indosso una camicia nera con i primi due bottoni sbottonati, un paio di pantaloni eleganti neri e l'orologio di mio padre.  
Esco dal bagno e vado in camera di Luca per vedere se anche lui è pronto ad andare.  
«Sembri un ragazzaccio vestito così» dice appena mi vede sulla soglia.  
«Davvero?» chiedo preoccupato.  
«Sì, ma è una cosa incredibilmente sexy; fidati di me, così conquisterai chiunque» dice, dandomi una pacca sulla spalla.  
Rido mentre guardo il mio amico; indossa una camicia bianca e dei jeans blu scuri, sicuramente anche lui conquisterà qualcuno.  
Io e Luca ci dirigiamo verso la palestra all'orario prestabilito per aspettare le ragazze.  
Edward ha deciso di prepararsi insieme a Ste, così che potessero avere un po' di tempo per loro prima del ballo.  
In palestra ci radunano tutti in uno spogliatoio e, come tutti gli anni, ci spiegano che verremo chiamati uno ad uno per andare in palestra e aspettare la nostra fanciulla, per poi finire tutti insieme sulle tribune ad aspettare che tutti abbiano finalmente raggiunto la loro coppia.  
Io e gli altri ragazzi aspettiamo chiacchierando del più e del meno finché non arriva Mauro a chiamare il primo nome.  
In lontananza sentiamo della musica, probabilmente la solita che mettono da anni: "All I Need" dalla scena del ballo di Mystic Falls in *The Vampire Diaries*.  
Dopo lunghi minuti di attesa, sento il mio nome e mi dirigo verso il campo della palestra. Mi posiziono al centro del campo e mi volto verso sinistra per aspettare di vedere arrivare la mia fanciulla, almeno per questa sera.  
Qualche attimo dopo la vedo. Davanti a me ho la donna più bella del mondo, e sta venendo proprio verso di me. Il mio cuore inizia a battere sempre più forte e io mi godo lo spettacolo. Lei cammina lentamente nella mia direzione, guardandomi negli occhi.  
E io la guardo. La guardo come si guarda un dipinto in un museo.  
Cerco di memorizzare ogni minimo dettaglio.  
Dei dipinti si prova a ricordare tutto perché il costo del biglietto è troppo elevato. In questo caso non c'è nessuna tariffa troppo alta, ma c'è il pericolo che tutto ciò finisca e, quando accadrà, voglio avere tutti i ricordi impressi nella mia mente; dove nessuno potrà mai cancellarli o violarli.  
Quando è esattamente di fronte a me, mi prendo un momento per ammirare la sua bellezza in questo abito bordeaux.  
Le porgo il braccio e ci dirigiamo anche noi verso gli spalti per guardare le altre coppie arrivare.  
Ci sediamo e, dopo quasi venti minuti, finalmente arriva Tobey in giacca e cravatta a dare inizio al ballo.  
«Che abbia inizio il CampComing!» urla lui al microfono con un entusiasmo sovrumano. Tutte le coppie iniziano a scendere dalle gradinate e andare verso il campo della palestra, che ovviamente non sembra più un campo grazie a tutte le decorazioni e all'allestimento che è stato fatto.  
«Che ne dici, andiamo a prendere qualcosa da bere?» chiedo, buttando un occhio sui tavoli del rinfresco.  
«Sì, volentieri» dice sorridendo.  
Ci dirigiamo verso i tavoli; le verso da bere in un bicchiere e glielo porgo.  
«Ehi ragazzi, come va? Vi state divertendo?» chiede Ambra, che è spuntata improvvisamente dietro di noi.  
«Sembra carino per ora; voi vi divertite?» chiede Bea, rivolta all'amica e al suo accompagnatore, Francesco.  
«Sì, non è niente male; pensavo molto peggio» dice il biondino, guardandosi intorno.  
«Ti dispiace se te la rubo un secondo?» mi chiede Ambra, riferendosi a Bea.  
«Fai pure, tranquilla» rispondo.  
Appena si allontanano, mi ritrovo da solo con Francesco. Spero ci mettano poco a fare qualsiasi cosa debbano fare.
 
Purtroppo per me, sono dovuto rimanere un'ora a parlare con Francesco, che non è per niente antipatico, ma parla decisamente troppo.  
Quando vedo Bea in lontananza, ringrazio tutti i santi per avermi tolto dal discorso molto interessante del biondino sulle arance e mi dirigo verso di lei.  
«Scusate, ci abbiamo messo un po'» ridacchia Ambra.  
«Tranquilla, mi è piaciuto parlare con Thomas» dice Francesco.  
«Sono contenta, però adesso andiamo a ballare» risponde lei, portando via il partner. Io sorrido per salutarli, poi mi giro verso Bea.  
«Ti va di seguire il loro esempio? Andiamo a ballare?» chiedo.  
«Va bene» risponde lei. La porto verso la pista da ballo e iniziamo a muoverci. Per qualche motivo, a questo tipo di eventi mettono quasi esclusivamente canzoni lente e romantiche, ma in questo momento non mi dispiace affatto.  
Le prendo le mani e me le porto dietro al collo, per poi posizionare le mie mani sui suoi fianchi e iniziare a ondeggiare.  
Ci guardiamo negli occhi mentre balliamo e sento nel petto una sensazione che non avevo mai provato prima.  
Nel giro di pochi secondi esce dalla mia bocca una frase che non avrei mai pensato di poter dire.  
«Ho voglia di baciarti» dico di getto. Bea probabilmente è un po' scioccata da questa affermazione, ma non lo dà troppo a vedere; sorride e mi guarda quasi con aria di sfida, e questo la rende ancora più attraente del solito.  
«Allora fallo» dice. Non mi sarei mai aspettato una risposta del genere, ma non me lo faccio ripetere due volte e mi fiondo sulle sue labbra.  
Il bacio è dolce ma allo stesso tempo sensuale; assaporo ogni centimetro delle sue labbra e il mio cuore inizia a battere sempre più veloce. Vorrei che questo momento non finisse mai, ma dopo qualche secondo ci stacchiamo lentamente l'uno dall'altra e ci guardiamo per qualche momento. Lei mi sorride e io credo di non aver mai visto nulla di più bello; ho una donna stupenda davanti a me che mi sorride dopo avermi dato il permesso per baciarla. Vorrei rifarlo, ma all'improvviso di fianco a noi arriva Eva a chiedere aiuto.  
«Edward mi ha lasciata da sola perché è riuscito a svignarsela con Stefano; Bea, ti va di farmi compagnia?» chiede alla ragazza che ho appena baciato.  
Improvvisamente ho il forte impulso di prendere a pugni sia Edward che Stefano, che Eva, ma mi limito a sopportare e ad andare a cercare qualcuno con cui parlare dopo che Bea è sparita con Eva.
Ashley Pucket
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