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Maria Katja Raganato

Mi chiamo Maria Katja Raganato, sono nata e vivo in provincia di Lecce, ho conseguito una laurea in Economia e Commercio con 110 e lode presso la Facoltà di Economia dell'Università di Lecce e mi occupo dell'area contabile e amministrativa di due piccole aziende di famiglia. Sono appassionata d'arte, dalla pittura all'architettura, nonché di cinema, musica, tant'è che da un anno prendo lezioni di chitarra classica, per arrivare alla letteratura. L'interesse che nutro, fin da bambina, per gli autori classici e contemporanei mi ha portata a scrivere il mio primo romanzo, ambientato nella terra che amo, il Salento. Il lavoro che svolgo non lascia molto spazio alla fantasia e così, un giorno, mi sono messa davanti al notebook ed ho cominciato a scrivere una storia. I pensieri hanno iniziato a prendere forma, come se stessi guardando un film e mi bastasse solo tradurlo in parole scritte. Così è iniziata la mia avventura! Nella quiete notturna andavo a letto e la trama si dipanava nella mente, di giorno poi, negli stralci di tempo, descrivevo ciò che avevo sognato ad occhi aperti. Piano piano le pagine aumentavano, la storia che avevo in testa scorreva in modo fluente e le ore spese sul notebook passavano veloci. Un bel giorno il mio romanzo si è concluso. Cosa mi rimaneva da fare? Pubblicarlo, naturalmente!

Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorta di aver sviluppato la passione per la letteratura?

Maria Katja Raganato: Credo che questa passione sia nata con me e scorra nel mio sangue attraverso il DNA materno, giacché mia madre adora leggere. Ricordo che i nonni materni usavano regalarmi libri fin da piccola, poi, in occasione di un compleanno, all'età di undici anni, una compagna di scuola mi regalò “La piccola lady Jane”, un romanzo ambientato a New Orleans, e fu una folgorazione! Cominciai a rovistare nella libreria e mi ritrovai tra le mani “Piccole donne”, poi acquistai “Il giro del Mondo in ottanta giorni”, che lessi in due giorni, e da lì non mi sono più fermata. Continuo a “macinare libri, da Pessoa a Pirandello, da D'Annunzio a Kafka, per arrivare a Gamberale, Pennac, Marone, Gramellini e tanti altri.

Writer OfficinaWriter Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?

Maria Katja Raganato: Potrei citarne almeno tre: “Il fu Mattia Pascal”, “Le luci nelle case degli altri” e “La felicità delle piccole cose”. Si tratta di libri molto diversi tra loro, ma ugualmente capaci di affascinare, i primi due per le emozioni e le riflessioni che suscitano, il terzo per le atmosfere suggestive che avvolgono il lettore.

Writer Officina: Dopo aver scritto il tuo primo libro, lo hai proposto a un Editore? E con quali risultati?

Maria Katja Raganato: Dopo aver concluso il libro e dopo un certosino lavoro di correzione della bozza, che costituisce, ahimè, la parte più noiosa del bellissimo viaggio che è la scrittura, ho impiegato mesi e mesi, in primis, per reperire informazioni su come tutelare il diritto d'autore, e, in secundis, per fare una ricerca in merito alle case editrici non a pagamento, senza trascurare la possibilità di perseguire la via dell'autopubblicazione. Ho inviato il manoscritto a diverse CE e, in pochi mesi, mi hanno risposto affermativamente circa sei di esse. Infine ho deciso di affidarmi alla Pav, una piccola e molto attiva casa editrice, con cui ho pubblicato il mio romanzo.

Writer Officina: Ti sei documentata sui luoghi, sulle professioni di cui parli, sulle industrie farmaceutiche?

Maria Katja Raganato: Certamente! Il mio romanzo è ambientato a Gallipoli ed è fortemente radicato al territorio, per cui posso senz'altro affermare che il Salento non fa solo da palcoscenico alle vicende narrate, ma ne diventa esso stesso protagonista. Le tradizioni gastronomiche, artigianali e musicali hanno un ruolo preponderante all'interno della narrazione, tant'è che la protagonista darà vita ad un'associazione culturale volta a tramandare e promuovere le antiche arti e mestieri alle nuove generazioni, in modo tale che il patrimonio culturale ed economico che esse rappresentano, e di cui sono spesso unici depositari gli anziani del luogo, non vada perduto nel tempo. Inoltre, pagina dopo pagina, vengono citati luoghi, strade e scorci della “città bella” e del Salento, con riferimenti dettagliati e minuziosi, al punto che molti lettori hanno avuto la percezione di aver compiuto un viaggio nei luoghi citati, di aver raggiunto in barca l'isola di S. Andrea, di aver visitato casa Marchesa e la tenuta vinicola in cui si produce il vino “Calice Messapico”.

Writer Officina: Cosa hai voluto dire con la tua storia?

Maria Katja Raganato: Il mio romanzo si propone di regalare uno squarcio di luce a chi si sente triste, a chi pensa che la propria esistenza non possa essere modificata in senso positivo. Vuole essere proprio “Come un faro nella notte”, offrendo momenti di evasione e di serenità al lettore, sollevandolo dal grigiore della quotidianità, per farlo immergere in una dimensione onirica, quasi da favola, dove ogni cosa, con impegno e tanto entusiasmo, diventa superabile, ogni progetto, seppur ambizioso e con scarsi mezzi, può trasformarsi in realtà. Il libro intende trasmettere emozioni positive, ottimismo, coraggio, offrendo qualche spunto di riflessione su alcuni temi, ma in maniera soft, infatti, pur nella sua leggerezza, tratta alcuni temi che hanno una valenza sociale e che a me stanno particolarmente a cuore, per esempio, la mancanza di lavoro per i giovani laureati, specie al Sud, che si vedono obbligati a ripartire da zero e ad "inventarsi" un'attività. Accenna anche a altri argomenti: il bullismo, la solitudine degli anziani e il loro reinserimento nella società e la disabilità. Si tratta di un romanzo corale con diversi personaggi, nelle cui condizioni ognuno di noi potrebbe ritrovarsi e le cui vicende descrivono situazioni reali, in cui è facile immedesimarsi. Sono persone che si sono “impantanate” per ragioni diverse e che, anziché ripiegarsi su se stesse, cercano di darsi una seconda opportunità, provano a rimettersi in gioco. Mi piace definirli dei cercatori di felicità, che si sono “smarriti” e si mettono in cammino, compiendo un viaggio fisico ed interiore, per ritrovare se stessi, con un obiettivo tanto ambizioso quanto bellissimo da raggiungere, per l'appunto la felicità!

Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?

Maria Katja Raganato: Non credo nelle tecniche quando si scrive qualcosa, tantomeno nella preparazione di uno schema narrativo, credo invece nell'ispirazione, che, come una mano invisibile, guida la penna dell'autore, consentendogli di manifestare le proprie emozioni, “buttando fuori” quelle negative ed esprimendo all'ennesima potenza quelle positive. Quanto agli appunti, indubbiamente mi capita, durante la giornata, di formulare un pensiero che non voglio perdere e di avvertire il pressante bisogno di fissarlo per iscritto su un foglio, per poi inserirlo nel romanzo e continuare su quella falsa riga. Quando si scrive con il cuore, non si possono seguire schemi, anzi, spesso, ci si allontana dall'idea che si aveva in testa, in quanto i personaggi e le storie narrate iniziano ad “animarsi” e a vivere di vita propria. A quel punto, non è più l'autore a guidare i personaggi, ma diventano essi stessi a condurre chi scrive, un po' come nei “Sei personaggi in cerca d'autore” di L. Pirandello.

Writer Officina: In questo periodo stai scrivendo un nuovo libro? È dello stesso genere di quello che hai già pubblicato, oppure un'idea completamente diversa?

Maria Katja Raganato : Subito dopo aver concluso il mio romanzo, ho avuto l'ispirazione di scriverne uno nuovo e già da tempo ho buttato giù il primo capitolo, anzi, ad essere sincera, non vedo l'ora di continuarlo, anche perché, proprio come mi è capitato con il libro precedente, la trama è già tutta nella mia testa e si arricchirà, man mano che procederò nella narrazione. Posso solo anticiparvi che si svolge ancora una volta in Salento e che ci sarà anche in questo caso un mistero da svelare. Purtroppo il lavoro di correzione della bozza del primo libro, necessaria prima e dopo averlo presentato alla CE, e il successivo impegno nella promozione dopo la pubblicazione finora hanno assorbito il mio tempo, non consentendomi di procedere nella scrittura del successivo. Per me scrivere vuol dire immergersi pienamente nelle atmosfere e nelle vicende narrate, perciò ho bisogno, nel tempo libero, di occuparmi solo di quello, senza avere altre distrazioni. Conto di tuffarmi nella stesura del nuovo romanzo quanto prima, perché, parafrasando Umberto Eco, chi legge, ma anche chi scrive, vive non una ma tante vite!

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