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Sono nata a Kobane il 23 agosto del 1988 e alla età di quattro anni sono stata mandata dai miei cugini in Europa a causa della guerra. Quando ho saputo che mia madre era stata presa prigioniera dai nemici e che probabilmente era morta, sono stata rimandata a casa per timore che potessero trovare anche me. Mi dissero che al villaggio mi avrebbero protetta e anche che la gente mi voleva vicina per avere un motivo in più per difendere la nostra terra. Al villaggio sono stata affidata a un'altra parente che non avevo mai visto e a un anziano che divenne il mio maestro. Anche se in un contesto duro e pieno di preoccupazioni, ho passato i migliori anni della mia vita con la gioia che ho sempre portato dentro di mer e non mi sono lasciata scoraggiare dalle difficoltà che ho incontrato ogni giorno.
Writer Officina: Qual è stato il momento in cui ti sei accorta di aver sviluppato la passione per la letteratura?
Nalin Arslan: Quando finalmente mi hanno rimandata in Europa, ho dovuto lottare con tutti per poter conquistare la mia libertà di donna. Ho cominciato a far parte di un comitato di letteratura locale, diretto da una signora molto disponibile con me, che mi ha subito proposto di raccontare la mia storia. All'inizio è stato complicato perché non riuscivo a ragionare in inglese. Poi ho cominciato a scrivere il testo in arabo e tutto è diventato più facile.
Writer Officina: C'è un libro che, dopo averlo letto, ti ha lasciato addosso la voglia di seguire questa strada?
Nalin Arslan: Non ho mai avuto la possibilità di accedere a una biblioteca se non quando, grazie all'associazione di cui ho detto prima, sono diventata indipendente. Ho cominciato quindi a leggere molta narrativa per bambini e ragazzi, che mi ha spinta a scrivere qualcosa che spiegasse cosa significhi crescere in un Paese in guerra nello stesso modo che farebbe uno di loro.
Writer Officina: Ritieni che pubblicare su Amazon KDP possa essere una buona opportunità per uno scrittore emergente?
Nalin Arslan: Ancora prima che terminassi la stesura del libro, la mia tutor aveva contattato alcuni editori che sembravano interessati. Uno di questi mi aveva proposto un contratto in esclusiva, ma l'avvocato dell'Associazione a cui appartengo mi ha spiegato che non mi dava alcun vantaggio, ma solo restrizioni. Per fortuna ho conosciuto una signora che mi ha spiegato bene come fare e mi ha inizialmente aiutata a pubblicare con Amazon. È stato complicato anche reperire un interprete che fosse in grado di tradurre il testo mantenendone l'autenticità.
Writer Officina: Quale tecnica usi per scrivere? Prepari uno schema iniziale, prendi appunti, oppure scrivi d'istinto?
Nalin Arslan: Prima di cominciare a scrivere preparo un taccuino su cui prendo nota di tutti i ricordi e le cose più importanti per non dimenticarmene. Per questo ho impiegato tre mesi. Circa sei mesi sono serviti invece alla stesura della storia che inizialmente era molto più lunga (quasi il doppio) e raccontava anche cose inutili che sono state eliminate dalla ragazza che mi ha aiutato a correggerlo.
Writer Officina: Perché hai fatto tradurre il testo in italiano?
Nalin Arslan: Perché mi hanno spiegato che il popolo italiano non odia i curdi e perché la traduttrice conosceva bene questa lingua.
Writer Officina: Cosa hai pensato quando hai saputo che “Il fiore di Kobane” era stato inserito nella piattaforma di Writer Officina?
Nalin Arslan: Sono rimasta molto colpita, però all'inizio ero preoccupata che mi venissero chiesti dei soldi e per questo non rispondevo alle mail in cui mi veniva chiesta questa intervista.
Writer Officina: Cosa c'è di te nel tuo romanzo?
Nalin Arslan: In questa storia ci sono tutte le mie paure, ma anche la felicità per aver superato tanti momenti difficili e molto complicati. C'è il dolore, la speranza, l'amicizia e anche l'amore, perché è proprio questo che riesce a salvare il mondo.
Writer Officina: Cosa ne è stato del tuo amico pastore e del suo cane?
Nalin Arslan: Con Hejar ci sentiamo spesso. Lui è rimasto a Kobane, perché quella è la sua Terra. Adesso lavora in ospedale e aiuta i ragazzi a ricominciare a camminare con le protesi. Diyarì purtroppo non c'è più, ma ha avuto una lunga vita felice accanto al suo padrone.
Writer Officina: Perché non hai un profilo sui social?
Nalin Arslan: Ho un profilo anonimo per questioni di sicurezza.
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