460 Romanzi di [narrativa] .: Writer Officina :.
 
Silvio Nizza
Joshua e il suo Dio Narrativa
Pochi erano i volti a lui sconosciuti, o perché proprio nuovi arrivati o perché saltuari frequentatori di quella mensa improvvisata. Quella sera d'inverno, a dire il vero ancora non troppo fredda, era stata servita una minestra calda e come companatico una fetta generosa di formaggio. Joshua quasi fra sé e sé, ma con voce udibile disse: - Buono il casio in pastelletto - , evidente reminiscenza delle sue conoscenze letterarie. - Mandalo subit...
Franco Alesci
L'oasi delle ambiguità Narrativa Contemporanea
Il duello. A casa dei miei genitori c'è una stanza particolare, destinata a galleria storica della famiglia. Alle pareti sono appesi i ritratti di chi, nella nostra genealogia, ha lasciato il segno secondo il criterio dell'onore e del coraggio. Mia madre, con il suo spirito ironico che ho pienamente ereditato, l'ha sempre chiamata la “galleria degli orrori”. Le cornici custodiscono volti di uomini baffuti e barbuti, con sguardi severi e acc...
Giampiero Momi
Non è un addio Narrativa
Campo di concentramento femminile di Ravensbrück, marzo 1943. Helmut Nitsche aveva ventidue anni ed era entrato a far parte degli Allgemeinen, un corpo generico appartenente alle SS, quattro anni prima, all'età di diciotto anni. Era nato a Brandeburgo sul fiume Havel, nella regione situata a circa settanta chilometri a nord-ovest da Berlino. La città distava una trentina di chilometri dal lago Schwed e dal campo di Ravensbrück. Helmut era f...
Maria Franzè
Le donne, i bambini e la guerra Narrativa Raccolta
Finisco di scrivere con la penna, ma mai con il cuore Mail da: Angy, 3 ottobre 2015 A: Antonio Oggetto: Finisco di scrivere con la penna, ma mai con il cuore Ciao Antonio, come stai? Io sto bene, mi sento leggera come l'aria, forse perché, come puoi vedere, sono riuscita a vincere il pudore che, per anni, mi ha impedito di leggere la corrispondenza tra mia madre Clelia e zia Vittoria, temendo di invadere la loro intimità. La mia paura era di ...
Maria Franzè
Anita Narrativa
Fu svegliata da Amadeu che si era posato sulla sua spalla e da un tripudio di voci provenienti dalla strada. Era una festa, era la fine della dittatura militare. Karl esplose in uno dei suoi deliri schizofrenici più allarmanti. Chiuse tutte le finestre e, andando da un punto all'altro della casa, ripeteva urlando con la bava alla bocca: - È la fine! È la fine! - , senza aggiungere altro. Nessuno di loro comprese il motivo della sua agitazione...
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Dedicato a chi vuole sognare, dedicato a chi crede in se stesso e vuole incantare il mondo con le parole. Dedicato ai ribelli e ai sognatori, dedicato a chi non si arrende davanti a un rifiuto e vuole continuare a dipingere la vita con mille colori. Questo è il luogo di tutti, un acro di terra sconsacrata, dove ognuno può coltivare i propri sogni, affinché si realizzino e non abbiano padroni. Questo è il luogo dei folli che vogliono cambiare il mondo e ci riescono davvero, questa è l'ultima speranza di chi vuole nascere mille volte e non morire mai...

Abel Wakaam