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"Di là dall'amore, tra gli alberi" è un romanzo denso di passione, carico di emozioni vere, che arrivano con delicatezza ma si fanno sentire con forza. Francesco Gilioli ha una scrittura unica: evocativa, profonda, quasi musicale. Le sue parole scorrono lentamente, come un pensiero che nasce mentre cammini tra gli alberi, in silenzio, immerso nei ricordi. È una narrazione che non grida, ma sussurra, e per questo riesce a toccare corde intime e a far emergere riflessioni profonde. Conosco quegli alberi, quei luoghi: li ho visti, li ho vissuti. Ed è proprio per questo che la lettura è stata così intensa. Ogni descrizione mi riportava là, tra quelle atmosfere sospese, tra l'odore della terra umida e il fruscio del vento tra le foglie. Mi sono chiesta più volte chi possa aver vissuto davvero quei momenti. Quanto c'è di reale? Quanto invece è frutto di una fantasia così ben costruita da sembrare vera? Ma la fantasia, per quanto potente, non raggiunge la complessità della realtà. E allora restano i dubbi, le domande, la curiosità. Ed è proprio in questo spazio – tra ciò che si dice e ciò che si intuisce – che si gioca la vera forza del libro. Non è un romanzo da divorare in fretta. È un libro da assaporare lentamente, da leggere con calma, magari in silenzio, con il cuore aperto. Ti accompagna per mano, e quando arrivi all'ultima pagina senti che qualcosa è cambiato. Un romanzo originale, intenso, unico nel suo genere. Un viaggio emotivo e profondo che resta dentro, molto più a lungo delle parole stesse.
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