Writer Officina - Scrittori Ribelli
Recensione di

Sandra Mayer
Madame, il vizio della vanità
Autore: Izabel Nevsky
 

Un'affascinante cinquantenne esibizionista posta ogni giorno una foto sensuale su Facebook e un fotografo sconosciuto riesce a convincerla a superare la barriera del virtuale.
"Madame, il vizio della vanità" racconta il rincorrersi di una preda e il cacciatore, senza mai designare veramente chi stia fuggendo.
Il misteroso fotografo riesce pian piano a superare le sue ritrosie e la convince a raggiungerlo in diversi luoghi di Milano, rimanendo però nascosto nell'ombra.
La fotografa a distanza con un potente teleobiettivo e la convince a replicare le stesse fotografie che ha postato sui social.
Non sazio, le chiede al telefono di assumere le pose che predilige e poi le invia gli scatti sempre più intimi e intriganti.
Dalgli spalti del Castello Sforzesco fino al balcone della propria casa, non c'è più un luogo sicuro dove abbia il coraggio di negarsi, perché in fondo hanno bisogno l'una dell'altro per appagare i propri desideri.
Arriva però il momento del fatidico incontro in un angolo appartato di Milano... e il virtuale diventa trasgressione e infine passione.
La trama si dipana tra provocazioni psicologiche e desideri estremi, fino ad arrivare al momento in cui Madame decide di raggiungere il fotografo nella sua alcova.
Ed è lì che cadono le maschere e l'esibizionismo diventa voglia pura, forte e irriverente.
Il romanzo riesce a cogliere la psicologia di entrambi i personaggi oltre ogni pudore e dopo la giusta attesa ripaga il lettore senza censure.

"Madame, il vizio della vanità"
in biblioteca
 
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