"Papā fa buseti col trapano" di Andrea Mitri č un romanzo sui generis, che denota spiccata originalitā narrativa e stilistica. I numerosi personaggi, connessi alle vicende triestine di fine anni settanta, prendono forma immediata e impattante attraverso i dialoghi serrati, le descrizioni incisive e le relazioni che si innestano su piani logico-temporali differenti. Mentre una serie di incendi fa scattare le indagini dell'ispettore Padellaro, ci si lascia affascinare dalle velleitā di un medico immaginario, dalle aspirazioni canore di un personaggio a tratti paradossale, dall'avvenenza di una donna tedesca su cui si accettano scommesse. Soprattutto, ci si fa ammaliare dal diario di uno dei protagonisti della vicenda, che parla con impressionante profonditā di autismo e sensibilitā umana. Esiste un'osteria, nella trama, che appare quasi un luogo immaginario, uno scorcio di sogno in un universo ambiguo, nel quale si concentrano temi ormai dimenticati: č il discorso filosofico, che si veste di paradosso, ad indicare quanto l'umanitā l'abbia messo da parte e quanto, forse, andrebbe rivalutato. Tutto appare sopra le righe, percorso da una piacevole vena di follia che rende la lettura briosa, ma, non per questo, meno carica di riflessione. Un lavoro che merita di essere letto.
|