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"La battaglia delle parole" di Arsenio Siani è un romanzo distopico sorprendente che dimostra l'abilità dell'autore di spaziare con maestria in generi letterari differenti, trasferendo sempre la stessa passione e intensità creativa. In un paese schiavo di una spietata dittatura che sembra annebbiare il senso critico degli abitanti, si intrecciano sei storie: tre riguardano gli scrittori intenti a scontrarsi in una battaglia all'ultimo sangue, nella quale ci si contende il più ambito premio letterario, che prevede la vittoria o la morte; le altre tre storie sono quelle dei racconti scritti dai medesimi, che concorrono a questo bizzarro e letale traguardo. Non è solo la trama, originale, ricca di colpi di scena, ipnotica, a incollare il lettore a questo capolavoro del suo genere, ma lo stile, che utilizza un sarcasmo brutale nel momento stesso in cui affonda nell'anima, con toni caldi ed evocativi, veicolando un bagaglio di significati reconditi che lasciano senza fiato e senza parole. La battaglia delle parole, in sostanza, toglie le parole al lettore, che lotterà per staccarsi da quella spirale veemente, ma finirà inevitabilmente in un vortice di emozioni, incapace di riconnettersi con se stesso.
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