“Gli accordi spezzati” (Bastogi Libri, 2024) di Roberto Maggi è un libro che si rivolge direttamente all'anima. Chiede con delicatezza al lettore di utilizzare occhi capaci di attraversare il velo della sofferenza e dell'amore, delle parole dette e non dette per rendere leggibile ciò che si nasconde dietro il quotidiano vivere. Quel che immediatamente colpisce è la musicalità del linguaggio che demarca e accompagna il destino dei protagonisti lungo il corso delle loro esistenze vissute in parallelo, in un gioco infinito di intrecci, di continui rimandi al passato, di superamento dei confini spazio-temporali. A volte, durante la lettura, si avverte un leggero senso di spaesamento, un perdersi e ritrovarsi che suona (espressione verbale più che mai calzante) analogo a quello che provano i protagonisti. E non può essere altrimenti quando è l'anima ad essere al centro del sentire e a conferire un senso agli eventi della vita. Passo dopo passo, album dopo album (i capitoli sono suddivisi in “album”), il libro ci svela l'interiorità profonda dell'essere uomini. Ci parla del dolore, inferto e subito, della delusione, della follia, ma anche della volontà di farcela, nonostante tutto. L'autore guarda ed esplora questo dolore attraverso l'io narrante dei protagonisti, che si colora di tinte diverse, proprio come gli “album” del libro (oro, platino, argento). Ognuno esprime la propria percezione fisica e psichica del dolore con toni ora gravi e acuti, ora lenti e sconvolgenti. Una partitura che si fa lingua, un dolore che si fa musica e dà forma e voce al sentire umano. Nel crescendo delle note e degli arpeggi l'autore descrive il dolore di una perdita o di una violenza che giunge senza preavviso con una forza tale da stravolgere la vita: una fitta lancinante che sbriciola e polverizza d'un solo colpo le certezze, le aspirazioni, che infrange i sogni e il cuore. Ineluttabilmente il dolore reclama una risposta, e chiede alla coscienza di scendere nelle profondità intime dove si annida la colpa, la ferita, l'errore, il fallimento, la disperazione, la nostalgia di ciò che si è perduto. Il confronto con la propria ombra è a tratti crudele e terrificante, un'esperienza limite che può condurre l'uomo nell'oscurità esistenziale, da cui non sempre è facile risalire. Alla fine, come sempre accade, è il libero arbitrio della persona a decidere: se cedere alle lusinghe della sofferenza malinconica e triste o se trasformare il proprio dolente vissuto in una forma di riscatto e andare avanti. “Gli accordi spezzati” è un libro che commuove ed emoziona per l'intensità con cui l'autore riesce a toccare le corde dell'anima umana.
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