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Un page tuner. Un romanzo corale, quindi con molti personaggi e molte dinamiche che si intrecciano mirabilmente tra loro. Il volume, di primo acchito, può spaventare, ma essendo realizzato con carta di una grammatura importante, oramai non utilizzata, ahi noi, da molti editori, è una vera chicca. Ogni personaggio ricopre un ruolo ben preciso, quindi non è affidato al caso. I dialoghi sono intensi, coinvolgenti, ti attraggono; Nat ha avuto la capacità di farmi diventare spettatore, non lettore. Quando pensi di aver capito come si svolgerà il racconto, tutto si ribalta, cambia. Il testo è strapieno di contenuti morali e sociali. Ogni pagina ci offre un messaggio ben preciso. Ci tengo a sottolineare che il "cast", ampio e diversificato, ci offre esperienze di vita molto diverse e molto attuali. Nat è un autrice indipendente che si è autogestita, si è prodigata a fare tutto da sola, non sapeva neanche cosa fosse un programma di scrittura, ha improvvisato, il volume per questo ha ancora più valore (almeno per me): sul suo profilo Ig, questo lo ribadisce orgogliosamente. Piccola anticipazione: Mara Motta è la voce narrante, è una ragazzina di quindici anni che ripercorre a ritroso la storia d'amore (sofferta) dei suoi genitori. Mamma Marcella e papà Beato, il loro rapporto sembra solido, ma forse è tutta apparenza. I figli, si sa, avvertono le tensioni e i genitori, anche se ce la mettono tutta, non possono fingere per sempre che vada tutto bene. Nelle famiglie disfunzionali, infatti, se c'è un problema, non se ne parla, si preferisce fingere. Marcella sembra una moglie infelice, incapace di lasciare il marito, ma non è esattamente così. Perché, come ho detto prima, qui tutto cio' che sembra non è.
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