Su La partita va giocata, di Annalisa Scaglione, ho poco da aggiungere alla più che centrata recensione già presente qui.
Dura quasi otto giorni la pioggia battente, di quelle che spesso flagellano la Liguria e rischiano di trasformarsi in alluvione.
Dura per quegli otto giorni in cui gli abitanti di Crescobene, borgo immaginario ma verosimile, cercano di scoprire cosa si nasconde dietro l'imminente vendita del campo di calcio parrocchiale, sul quale gioca da sempre la squadra locale.
Proprio la pioggia mi è parsa il mezzo magico che, in questo romanzo, aiuta la comunità nella collettiva lotta contro il male, nel tentativo di dilavarlo; e la comunità, con il suo tipico sostenersi, e alimentarsi persino, è il vero scrigno su cui l'approfittatore di turno sta per allungare le mani.
Nella ricerca del vero, si intrecciano vite, persone, ambienti, alcuni purtroppo segnati, nella realtà che viviamo, dal degrado morale.
Resiste però quel nucleo sano e potente che può, volendo, risollevare le sorti di un luogo. E dovrebbe essere esempio da seguire.
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