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Vecchie cose dimenticate di Federico Maderno possiede una scrittura curata e sapiente che è riuscita a catturare la mia attenzione per la precisione meticolosa nella scelta dei lemmi, le suggestioni delle similitudini, l'atmosfera confidenziale.
La trama, originale, insolita, porta il lettore dai caruggi di Genova all'estremità del levante ligure in un susseguirsi di incontri che evocano davvero le trame segrete dei carbonari cui l'io narrante, sul filo dell'ironia, li paragona.
I “congiurati” sono personaggi ovviamente misteriosi, protetti da pseudonimi, nascosti in luoghi insospettati, svelati sì, ma fino a che punto?
Geometra, io narrante, potrebbe essere uno di noi pochi affezionati alle “piccole cose interessanti”, diventate antiche e rimaste amiche, che ci ostiniamo a conservare, proteggendole come si riesce dallo schiacciasassi del progresso, perché non è sempre bello, il progresso. Specie quando inibisce la capacità di usare, le mani ma soprattutto l'intelligere.
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