Dionigi Cristian Lentini ha pensato il suo Il mito della bellezza che salvò il mondo come un albero genealogico sui cui far arrampicare giovani lettori, tra i nove e i diciott'anni, per raccontare loro il mito, la leggenda, la Storia in modo tale da catturare la loro attenzione. Se da un lato gli schemi spiegano e dimostrano, la forza evocativa delle immagini attira e supporta il ritmo della narrazione. Questa parte dagli elementi primordiali e, sostenuta da filosofia, letteratura, mitologia e conoscenze, scandaglia contrasti e atteggiamenti incoerenti dell'animo umano rappresentati dalle figure mitologiche, dai loro comportamenti imprevedibili. L'intento di riportare le giovani generazioni di alunni a leggere e conoscere il Mito, con tutto ciò che sottende e in parte spiega, perseguito con un taglio romanzato dai ritmi moderni sostenuti è più che meritorio, considerato anche il linguaggio utilizzato: accessibile ma curato. Che la bellezza sia salvifica poi è un assunto da condividere e sostenere, per il quale adoperarsi in concreto. Un libro costituisce uno strumento efficace in questo senso. Concordo con quanto il prof. Francavilla afferma nella prefazione: - Un originale e affascinante viaggio nel mito per conoscere le origini dell'Universo e per scandagliare l'animo umano in tutte le sue contraddizioni - .
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