Se un cane, un gatto e un bambino (e qualche scoiattolo) potessero scrivere un libro, probabilmente ne uscirebbe qualcosa di simile a "Il viaggio verso casa". Abel Wakaam ci regala una storia che ha il sapore dell'istinto e dell'amicizia assoluta. Ettore e Bulla, un bambino e la sua fedele compagna a quattro zampe, si trovano catapultati in un'avventura imprevista che trasforma un semplice smarrimento in un'odissea emotiva e fisica. Immaginiamo di essere Bulla. Il mondo ha suoni più nitidi, profumi più intensi, dettagli che gli umani non colgono. Le paure non esistono, solo la necessità di proteggere, guidare, stare accanto. Questo libro, letto con gli occhi di un cane, è una promessa di lealtà incrollabile e coraggio silenzioso. Letto con gli occhi di un bambino, è una fiaba moderna sulla scoperta di sé e degli altri. Letto con gli occhi di un adulto, è un ritorno all'infanzia e alla magia delle cose semplici, dimostrando che certe storie non hanno età e riescono a toccare il cuore a qualsiasi livello (ho riassunto il libro stasera a mia madre 80 enne e a mia sorella di 57 anni: stessa reazione. Commozione e gioia, finalmente qualcosa che ti fa andare a dormire con un grande senso di pace e di speranza nel futuro). La scrittura è chiara e fluida; le descrizioni evocano un mondo reale ma intriso di quella poesia che solo i legami più puri possono creare. Non servono giri di parole: questa è una storia che si sente sulla pelle. Magnifiche e dolcissime le illustrazioni. In definitiva, "Il viaggio verso casa" è molto più di un libro per bambini. È una bussola emotiva che, senza moralismi, ricorda ai lettori di tutte le età che casa non è solo un luogo, ma una sensazione. E che a volte, per ritrovarla, bisogna perdersi un po'.
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