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Writer Officina Blog
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Manuale di pubblicazione Amazon KDP. Sempre più autori
emergenti decidono di pubblicarse il proprio libro in Self su Amazon KDP,
ma spesso vengono intimoriti dalle possibili complicazioni tecniche. Questo
articolo offre una spiegazione semplice e dettagliata delle procedure da
seguire e permette il download di alcun file di esempio, sia per il testo
già formattato che per la copertina. |

Self Publishing. In passato è stato il sogno nascosto
di ogni autore che, allo stesso tempo, lo considerava un ripiego. Se da
un lato poteva essere finalmente la soluzione ai propri sogni artistici,
dall'altro aveva il retrogusto di un accomodamento fatto in casa, un piacere
derivante da una sorta di onanismo disperato, atto a certificare la proprie
capacità senza la necessità di un partner, identificato nella
figura di un Editore. |

Scrittori si nasce. Siamo operai della parola, oratori,
arringatori di folle, tribuni dalla parlantina sciolta, con impresso nel
DNA il dono della chiacchiera e la capacità di assumere le vesti
di ignoti raccontastorie, sbucati misteriosamente dalla foresta. Siamo figli
della dialettica, fratelli dell'ignoto, noi siamo gli agricoltori delle
favole antiche e seminiamo di sogni l'altopiano della fantasia. |
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Akhet
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Tredici passi verso la realtà sognata Un giorno l'INCREDIBILE decise di provare la vita sulla Terra. Non sapeva a cosa stesse andando incontro. Sapeva solo che doveva provare questa avventura. Non c'era un libretto delle istruzioni, non c'erano regole da seguire. Era tutta improvvisazione. Aveva sentito dire che in questa dimensione esisteva il dolore, la sofferenza, la cattiveria, l'odio, il tradimento, la morte. Non conosceva queste cose. Ma sapeva che aveva bisogno di provarle per evolvere ancora. Aveva rinviato tante volte. Si era crogiolato nel suo mondo idilliaco dove apparentemente sembrava non mancasse niente. Ma quel tarlo, quel piccolissimo tarlo dentro di lui, continuava a picchiettare di tanto in tanto ricordandogli che in realtà avrebbe dovuto uscire da quel guscio d'oro della sua esistenza e partire per questo lungo viaggio. Aveva provato un subbuglio nella sua anima; da un lato sentiva come una forza che lo spingeva ad aprire una porta, uscire e sperimentare questo ignoto, dall'altro un'altra forza che lo teneva come ancorato nella sua posizione privilegiata. Non sapeva definire queste sensazioni. Non sapeva dare loro un nome. Solo tanto tempo dopo, dopo aver vissuto sulla Terra, avrebbe saputo che quello che provava si poteva chiamare entusiasmo, voglia, curiosità ma anche paura, ansia, timore di fallire, di essere rifiutato. Fatto sta, che alla fine, munito di un piccolo bagaglio, vestito di colori e amuleti che lo legavano al suo mondo perfetto e che sperava gli servissero a non fargli perdere il contatto con chi era davvero, chiuse gli occhi, fece un bel respiro, si appoggiò al bastone che aveva preso per sorreggersi e non farsi sovrastare dalle vertigini del cambiamento e partì. A ogni passo il mondo che si lasciava alle spalle diventava sempre più sfocato. Si voltò indietro come a volerlo imprimere nella sua energia, ma ormai la scelta era stata fatta e non poteva più tornare indietro. Lentamente cadde nell'oblio, stordito dal nuovo a cui andava incontro. Quando riaprì gli occhi si trovò in una realtà completamente diversa. Si guardò e si trovò un corpo. Non era abituato a questo. Era strano per lui toccarsi, sentire di avere una materia solida, non riuscire a spostarsi con la fluidità dell'energia. Iniziò a provare cose di cui non sapeva l'esistenza: fame, sete, sonno, freddo, dolore, caldo, desiderio. Iniziò a dover cedere a compromessi per soddisfare questi bisogni. Imparò che in questa Terra tutto ha un prezzo. Imparò che niente è scontato, che niente accade senza sforzo. Fu preso dallo sconforto. Ormai non sapeva più chi fosse. Aveva dimenticato tutto del guscio dorato del mondo da cui veniva e al contempo non sapeva niente di questo mondo in cui si era catapultato. Era solo. Solo lui, l'Incredibile vestito di materia. Circondato da infiniti altri Incredibili vestiti di materia, spesso completamente inconsapevoli del loro cammino. Suo malgrado, dovette sottostare alle leggi che aveva trovato qui per poter sopravvivere, per poter rispondere a quei bisogni che ormai aveva imparato a riconoscere e che urlavano in modo terrificante se non venivano ascoltati velocemente. Ma lentamente imparò che c'era qualcosa dentro di sé, c'era una qualche energia, una qualche forza che, se fosse riuscito a tenere viva, avrebbe iniziato a fargli battere forte quel muscolo che aveva nel petto e che tutti qui chiamavano cuore, che gli faceva sentire nelle tempie una specie di ronzio dovuto allo scorrere più veloce di un liquido rosso che nutriva ogni parte della sua materia e che tutti qui chiamavano sangue. Solo tanto tempo dopo avrebbe capito che quell'energia altro non erano che i colori e gli amuleti che si era portato dietro dal guscio dorato della sua vita prima della Terra e di cui ora non aveva consapevolezza cosciente. Ma erano lì, erano veri così come era vero questo suo corpo e questa sua nuova realtà. Con il tempo, perché sì aveva dovuto imparare che qui c'era anche il tempo, riuscì a comunicare con questa energia e capì che, se le avesse lasciato la porta aperta, avrebbe trovato lei la strada per arrivare dove voleva. Fu così che un giorno, comunicando con questa che tutti qui chiamavano anima, provò per la prima volta MERAVIGLIA SENZA STUPORE. Si commosse, dai suoi occhi uscì quel liquido trasparente che tutti qui chiamavano lacrime. E provò una pienezza indescrivibile. Un senso di realizzazione che non ricordava di aver mai sentito. Solo tanto tempo dopo avrebbe capito che quella commozione era dovuta al fatto che per la prima volta, dopo tanta fatica, tanto lavoro, tante sofferenze, aveva ritrovato il contatto con quel mondo da cui era venuto. Qui, sulla Terra. Aveva sentito, anche solo per un istante, veloce con il lampo della luce, che poteva essere Uno. Qui, in questa Realtà e lì, in quella Realtà da dove era venuto anche se ora ne aveva perso coscienza. E tutto questo gli aveva suscitato una meraviglia travolgente, potente, per certi versi devastante tanto era forte. Ma comunque una Meraviglia Senza Stupore. Si, senza stupore. Perché in fondo lui sapeva che non poteva essere che così. Che lui era Uno. Anche se non lo capiva, se non sarebbe mai riuscito a spiegarlo forse neanche a se stesso; ma in fondo, nella sua parte più vera, sentiva che era sempre stato così. E, dunque, non si stupiva. Era travolto dalla meraviglia, come una foglia risucchiata da un vento che la porta lontano, ma al tempo stesso sapeva che non poteva essere che così. Ma la vita in questa Terra era piena di insidie, trabocchetti, di distrazioni e presto perse il contatto con questa Meraviglia Senza Stupore. Preso dagli ingranaggi del quotidiano, dal dover soddisfare i suoi bisogni e dal dover compiacere chi lo circondava, pur senza rendersene conto, aveva in realtà chiuso quella porta che poco prima aveva aperto. Non si era scordato della Meraviglia Senza Stupore (come avrebbe potuto, d'altro canto!) ma aveva cercato di incanalarla in modo razionale, di darle delle regole e lei, la Meraviglia, così facendo, era di nuovo tornata inaccessibile all'Incredibile. Fu così che un giorno, sentendosi sempre più arido e spento, senza curiosità, un po' come un automa che va avanti per inerzia, l'Incredibile decise di fare silenzio. Si ritirò dal rumore del mondo, spense i contatti e decise di rimettersi in viaggio. Ma questa volta il viaggio voleva farlo dentro se stesso. Così, come un eremita, decise di staccarsi dal fragore che lo distraeva, accese la sua lanterna e iniziò ad addentrarsi nel suo buio interiore alla ricerca della Meraviglia Senza Stupore che ormai aveva perso. Senza sapere il perché, il suo istinto lo portò in un bosco, in riva al mare, sul pendio di una montagna, di fronte ad un ruscello, con il naso all'insù a contemplare le stelle in una notte di luna piena. E fu così che capì che Meraviglia Senza Stupore si nascondeva anche dentro alla NATURA e alla sua ARMONIA. Passò giorni e giorni a contemplarla la Natura e la sua Armonia. Rimase colpito dalla sua perfezione, dal suo essere un ingranaggio perfetto, dalla sua dolcezza, dalla sua forza a volte violenta. Comunque, da suo sapere innato e arcano. C'erano giorni che questo gli provocava una gioia immensa come quella che aveva provato la prima volta che aveva scoperto Meraviglia Senza Stupore, in cui si incantava a guardare i disegni che le nuvole bianche facevano nel cielo azzurro o i petali di un fiore che si schiudevano o gli occhi di un cane che lo fissavano o il ronzio delle api che creavano geometrie perfette. C'erano giorni, invece, che tutto questo gli provocava una grande tristezza, una grande malinconia, in cui piangeva per un albero abbattuto da un fulmine, per una cerimonia funebre di una fila di formiche o per un cavallo ormai vecchio e stanco che si accasciava su sé stesso. Ma in tutto, proprio in tutto questo, non poteva non scorgere Armonia. Tutto appariva perfetto, un'infinita danza circolare armonica, dolce nella sua crudezza. E piano piano iniziò ad abbandonarsi a questo ciclo infinito, a sentirsene parte. Cominciò a dissolversi e imparò che PERDERSI E' MERAVIGLIOSO. Sì, era davvero meraviglioso perdere la propria centralità, le proprie convinzioni, le proprie certezze per potersi buttare veramente a capofitto nelle esperienze. Senza reti di salvataggio, senza preconcetti, senza aspettative. Solo vivendo. Solo provando e osservando che cosa provocasse tutto questo nel suo corpo fatto di materia e nel suo copro fatto di energia. Capì che per comprendere davvero Natura e la sua Armonia e trovarci Meraviglia Senza Stupore l'unico modo era perdercisi. Ma perdercisi per poi tornare, nuovo, integrato da tutte le esperienze fatte. Nuovo e con la voglia di instaurare RELAZIONE, CONDIVISIONE, FRATERNITA'. Si, perché, tra le tante cose che aveva imparato l'Incredibile da quel giorno che si era ritrovato su questa Terra senza sapere chi fosse, da dove venisse e perché fosse qui, quella principale era che non poteva stare solo. O meglio, aveva bisogno di ritirarsi nella sua caverna personale ma solo per cercare risposte, stimoli, forza, per poi condividerli con gli altri. Aveva imparato che solo con la relazione, la condivisione e la fraternità si poteva apportare il proprio contributo all'ingranaggio perfetto dell'esistenza. Nonostante la cattiveria, nonostante i tradimenti, nonostante le delusioni ricevute dagli altri, l'Incredibile capì che non poteva farne a meno, che la sua esperienza senza di loro sarebbe stata come vissuta a metà. E capì anche che ogni gesto, ogni premura, ogni carezza, ogni bacio, ogni attenzione data gli sarebbero tornati indietro come doni grandi cento volte tanto. Si sentì appagato da tutto questo...... (continua) |
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